“L’inchiesta su di me? L’ho letta stamattina e non commento ispezioni di servizio”.
Lo ha dichiarato stamane all’agenzia AdnKronos il generale Roberto Vannacci rispondendo ai giornalisti circa la notizia dell’inchiesta sull’indagine avviata nei suoi confronti dalla Procura Militare per peculato e truffa nei mesi passati a Mosca in qualità di addetto militare.
Gli episodi contestati riguardano alcuni rimborsi per indennità di servizio previsti per i famigliari, alcuni eventi e cene, spese per l’auto di servizio.
Un colonnello delle Forze armate italiane, sentito dalla Procura militare, avrebbe poi puntato il dito contro il generale del libro “Il mondo al contrario” che è stato attaccato dalla sinistra, ha avuto screzi col ministro della Difesa Guido Crosetto e al quale è stato offerto di presentarsi candidato alle prossime elezioni europee.
Domenico Leggiero, autore del libro “L’esercito delle tre scimmie. Tutto ciò che si dovrebbe sapere sulla vita militare”, delegato Cocer dell’Esercito italiano in prima linea per far conoscere la verità sullo scandalo delle vittime dell’uranio impoverito, attuale presidente dell’Osservatorio Militare e suo grande amico, ha spiegato di conoscere bene Vannacci e che “non farebbe mai una cosa del genere”.
Il generale è “demoralizzato e preoccupato”, ma “fiducioso nella giustizia”, perché “consapevole che prima o poi la verità verrà fuori”.
“Ci siamo conosciuti – ha spiegato Leggiero- all’epoca della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. Abbiamo avuto un lungo colloquio. Certo non l’ha presa bene, ma sa che ne uscirà fuori. Guarda caso tutto questo avviene ora che il generale Vannacci ha dato la propria disponibilità a candidarsi alle elezioni europee”.
Secondo quanto pubblicato oggi dal Corriere della Sera, l’ispezione ministeriale sul generale Vannacci si è chiusa con le contestazioni e la relazione è stata già trasmessa alla magistratura ordinaria. La Procura militare procede per peculato e truffa.
L’informativa finale ha evidenziato presunte “criticità, anomalie e danni erariali nelle autocertificazioni e richieste di rimborso depositate” che secondo gli ispettori “devono essere valutate dall’autorità giudiziaria”.
Il generale Vannacci dovrà dunque spiegare ai pubblici ministeri che cosa accadde quando era il rappresentante della Difesa in Russia. Un incarico ottenuto il 7 febbraio del 2021 e terminato il 18 maggio 2022, quando Mosca decretò l’espulsione di 24 tra diplomatici ed esperti militari italiani per rispondere a un’analoga mossa del governo guidato da Mario Draghi che aveva preso la decisione di mandare via dall’Italia trenta fedelissimi di Vladimir Putin.