Si aggrava il bilancio del pesante terremoto di magnitudo 7,5 e dello tsunami successivo in Indonesia. Si parla di almeno 832 morti e centinaia di feriti, ma la sensazione è che alla fine le vittime si conteranno a migliaia.
Il bilancio aggiornato secondo il portavoce Sutopo Purwo Nugroho, si riferisce ancora in gran parte alla capitale provinciale di Palu, a 80 chilometri dall’epicentro del sisma.
I soccorritori non sono ancora riusciti a raggiungere ampie aree costiere più a nord fino alla città di Donggala, a 27 chilometri dall’epicentro.
La devastazione si sta rivelando in tutta la sua entità con il passare delle ore.
Al largo sono stati avvistati cadaveri e si teme che in moltissimi possano essere stati trascinati in mare.
Corrente elettrica, acqua e telecomunicazioni sono in gran parte ancora fuori uso, infatti solo due delle sette centrali della zona sono state rimesse in funzione.
C’è bisogno di tutto: dai viveri alle tende, dalle medicine al personale medico.
I soccorsi, purtroppo vanno a rilento. A Palu è crollato il principale ponte, lungo 126 metri, che collega le due parti della città. Con l’aeroporto danneggiato dal sisma, gli aerei da trasporto Hercules e gli elicotteri hanno un’operatività limitata. Le strade sono interrotte da frane o da squarci nel manto stradale. Una fascia costiera devastata lunga decina di chilometri è in sostanza ancora isolata.
Il presidente indonesiano, Joko Widodo, ha dato ordine all’esercito d’intervenire.
Per quanto riguarda lo tsunami le autorità parlano di onde alte fino a due metri, media locali riportano altri funzionari che raccontano di un muro d’acqua alto oltre cinque metri in alcuni punti della baia. (nel Video di #cybercommand, lo tsunami in una zona di Palu)