“Solo una legge dello Stato può imporre la vaccinazione obbligatoria per l’interesse della collettività e per la tutela del diritto alla salute di tutti”.
Lo ha dichiarato oggi all’agenzia Ansa l’avvocato genovese, ex ministro di Grazia e Giustizia (Governo Prodi) e attuale presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick.
Infermiera no-vax e focolaio Maragliano: legge ligure per obbligo vaccini a sanitari
Focolaio Covid al Maragliano, positiva anche infermiera che aveva rifiutato vaccino
Secondo Flick, non può essere una legge regionale a prevedere l’obbligo “nemmeno per il personale sanitario” come ipotizzato oggi dal governatore ligure Giovanni Toti, dopo il caso del focolaio al padiglione Maragliano del San martino di Genova in cui è risultata positiva anche un’infermiera che aveva rifiutato il vaccino.
“La nostra Costituzione – ha spiegato Flick – contiene un principio fondamentale, cioè la possibilità di rifiutare il trattamento sanitario, che tuttavia può essere imposto per legge, se e quando, in termini proporzionati e ragionevoli, risponda a un interesse fondamentale della società o al diritto alla salute di altre persone. Questo però può essere previsto solo per legge. E a mio avvivo la legge non può essere che statale. Non può essere regionale.
La Costituzione apre la via solo alla legge statale perchè la tutela della salute è demandata alla legislazione concorrente tra Regioni e Stato, con lo Stato a determinare i principi fondamentali come questo.
Altro problema è se nell’ambito del diritto di lavoro, la prestazione professionale svolta imponga il farsi vaccinare e quali siano siano le conseguenze lavoristiche che ne derivino, a partire dalla impossibilità di prestare ulteriormente la propria attività a chi si occupa di sanità, se si pone un problema di rifiuto della vaccinazione.
Non conosco i termini del contratto di lavoro e non è materia mia. E’ evidente comunque che chi è chiamato a svolgere attività in un ambiente, come quello ospedaliero, difficilmente può svolgere una mansione del genere se non si vaccina. Si tratta però di vedere qual è il contenuto specifico dell’obbligo di rapporto di lavoro.
Per quanto riguarda se sia il caso di imporre il vaccino a medici e infermieri il tema va rimesso a una valutazione politica, che spetta al Governo e soprattutto al Parlamento.
Passare dalla vaccinazione raccomandata a quella obbligatoria vuol dire fare una valutazione in concreto sulla gravità dell’allarme, sull’insufficienza della raccomandazione, che è propria del Parlamento.
Un intervento che si dovrebbe fare con una legge o con un decreto legge, che poi dovrebbe essere convalidato dal Parlamento se vi sono ragioni di necessità e urgenza per farlo. E questo dipende da una serie di circostanze, a partire dal numero di persone che sono già state vaccinate. Il Governo non potrebbe certo decidere con un Dpcm“.