Secondo le indagini portate avanti dai carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore Paola Calleri, l’ingegnere sarebbe stato oggetto di un vero e proprio raid punitivo e sarebbe morto in conseguenza dell’aggressione.
Il pm ha incaricato il medico legale Francesco Ventura di eseguire l’autopsia.
Dapprima il reato ipotizzato era per omicidio preterintenzionale. Ora l’accusa indaga per omicidio volontario correlando il decesso e con le percosse.
Gli inquirenti stanno al momento seguendo due piste: quella della droga e una legata al lavoro di Faveto.
L’uomo sarebbe stato aggredito a inizio agosto e avrebbe chiamato lui stesso il 112 ma non si era fatto medicare.
Ai militari aveva detto di essere stato colpito con dei pugni al petto da una o due persone.
L’uomo era, poi, tornato a casa ma il 14 agosto si era presentato in ospedale per alcuni dolori al torace.
Ai medici aveva detto di essere stato picchiato. Dopo un paio di giorni di ricovero, per alcune costole rotte e una vertebra incrinata, era tornato a casa. Il 22 di agosto, però, era tornato al San Martino dove i medici gli avevano riscontrato una embolia polmonare.
Era stato operato ma le sue condizioni sono peggiorate fino al 15 settembre quando è deceduto.