Il 35enne estremista di Genova Antifascista, identificato dalla Digos dopo che al pronto soccorso del Galliera non aveva denunciato di essere stato accoltellato, oggi è stato interrogato per oltre due ore dagli investigatori come “persona informata sui fatti” sull’episodio avvenuto venerdì sera vicino alla sede di Casapound in via Montevideo a Genova (v. articoli precedenti).
Secondo alcune indiscrezioni, il giovane antagonista, al quale sarebbero state mostrate anche delle foto di militanti di CasaPound, avrebbe riferito di essere stato colpito mentre insieme ad altri antifascisti stava attaccando dei manifesti.
Per difendersi e riuscire a fuggire il 35enne sarebbe quindi riuscito a rovesciare addosso agli aggressori il secchiello della colla usata per poster e volantini di propaganda.
Tuttavia, avrebbe riferito di essersi accorto di perdere sangue soltanto dopo la corsa dai pressi di piazza Alimonda fino a corso Buenos Aires. Ovvero quando avrebbe raggiunto un luogo considerato sicuro e al riparo dagli aggressori. Sulla ferita, che per pochi centimetri non avrebbe colpito un rene, la procura vuole vederci chiaro e ha disposto una perizia medico legale.
Nel mirino degli investigatori, com’è noto, ci sono anche alcuni giovanissimi, forse appartenenti al Blocco Studentesco, emanazione giovanile di CasaPound.
La questura ha sequestrato le immagini delle telecamere della zona, ma al momento non si capisce ancora se nei filmati l’accoltellamento c’è o non c’è.
CasaPound ha dichiarato che mai nessun loro militante ha accoltellato qualcuno. Invece, ha parlato di difesa della sede di via Montevideo e delle minacce ricevute da alcune giovani militanti ad opera degli estremisti antifascisti.