“Ma quale violenza”. La proposta “è partita dalla ragazza”. E “il rapporto è stato consenziente”.
E’ la sintesi della versione confermata ai magistrati di Tempio Pausania dal ventenne Ciro Grillo e dai suoi amici, accusati di violenza sessuale di gruppo da una coetanea italo norvegese che sarebbe avvenuta tra il 16 e il 17 luglio del 2019 a Porto Cervo in Costa Smeralda, dove la famiglia del fondatore del M5S ha una casa in un residence.
Risulta poi che la giovane, che si trovava in vacanza in Sardegna, alcune ore dopo la presunta violenza sessuale era andata al mare per fare “kitesurf”.
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Alcuni stralci del verbale sono stati diffusi stamane.
Il figlio di Beppe Grillo, durante l’interrogatorio, tra le altre cose avrebbe inoltre spiegato che “la mattina del 17 luglio 2019 eravamo nel patio io, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, assieme alla ragazza.
Lei ha bevuto qualche sorso di vodka, da sola e senza che nessuno la costringesse.
Dopo la vodka ricordo che abbiamo parlato in modo scherzoso del rapporto sessuale che lei aveva avuto con Francesco Corsiglia.
Parlando, lei ci ha lasciato intendere che era meglio una cosa con tre piuttosto che con uno solo”.
“Poi siamo andati tutti di là” e quindi i dettagli di quel che è stato descritto come “rapporto consensuale”.
Su quello che è successo in camera l’indagato ha chiarito che “doveva essere un gioco” ma che “poi siamo andati un po’ più in là…”.
La difesa dei ragazzi ha quindi precisato di “qualche sorso di vodka” bevuto spontaneamente e non mezza bottiglia fatta bere a forza (come invece ha raccontato la giovane) né di “un quarto” di bottiglia bevuto “per sfida”.
Il capo di imputazione accusa tutti e quattro di violenza sessuale di gruppo aggravata dall’uso delle sostanze alcoliche.
Risulta che la ventenne italo norvegese abbia dichiarato ai magistrati di essere stata costretta a bere mezza bottiglia di vodka e di essere stata abusata sessualmente dai coetanei.