Prendere la sabbia per ricordo è, giustamente, proibito ma cacciare granchi, meduse e pesci è permesso.
Un gruppo di ragazzini terribili, genitori indifferenti, ieri, catturava ogni “cosa” che si muoveva in acqua per poi abbandonarla sulla spiaggia del Prolungamento a Savona, mentre poco dopo un turista, probabilmente straniero, passava a raccoglierla e a liberare in mare quella ancora viva.
La Protezione Animali savonese rilancia l’appello a rispettare il mare e le sue creature: “non pescate o raccogliete nulla, rispettate ogni forma di vita marina, immergetevi solo con maschera e boccaglio”.
Enpa Savona ha calcolato che questa estate, come le precedenti, lungo la riviera savonese saranno uccisi almeno dodici milioni pesci, crostacei e molluschi, in un mare già decimato per l’inquinamento, la diffusione della plastica, la pesca professionale senza limiti e quella sportiva senza regole, il mancato recupero dei rifiuti sui fondali e delle reti perse o abbandonate, l’inquinamento proveniente dai fiumi e dall’industria ed i cambiamenti climatici.
Per contrastare una situazione terribile ancora poco si fa per tutelare il mare: le aree marine protette hanno superfici insignificanti, il fermo biologico è inutile se non dannoso, il Santuario Pelagos è ancora solo un’espressione geografica ed il consumo di pesce degli italiani è raddoppiato in pochi anni favorito da campagne promozionali folli, visto che poi il pesce in vendita è per tre quarti d’allevamento (e per ogni chilo prodotto ne sono serviti cinque di pesce selvatico pescato) o proveniente dall’estero.