“Io Donald Bucci? Come devo chiamare il mio avversario, Kamala Orlando?”.
Lo ha dichiarato oggi il neopresidente della Regione Liguria Marco Bucci commentando il voto degli Stati Uniti che ha fatto vincere il repubblicano Donald Trump sulla “dem” Kamala Harris.
Lo sfidante dei “dem” liguri Andrea Orlando aveva infatti accostato il nome del “Tycoon” usa a quello del genovese Bucci.
Sul voto negli Stati Unti Bucci ha commentato: “Non sono nè soddisfatto, né è una cosa che mi riguarda. Io so soltanto che gli americani hanno deciso così e vanno rispettati. C’è un detto negli Stati Uniti che è molto importante: ‘He’s o She’s not my favorite president, but is my president’.
Cosa vuol dire questo? Che uno può fare una campagna elettorale, ma dovrebbe essere anche qui, dove volete.
Certo c’è il dibattito, va tutto bene e cresce il valore del sistema, ma poi, quando uno viene eletto si lavora tutti per quello che è eletto. Questo è un grande insegnamento che deve venire anche per noi”.
Bucci ne ha parlato a margine di Orientamenti, la manifestazione dedicata alla formazione dei giovani organizzata da Regione Liguria, a cui per la prima volta prende parte da presidente della Regione Liguria.
Sui giovani Bucci ha parlato anche a proposito della paura di sbagliare: “Non bisogna aver paura di sbagliare. Io ho sbagliato tante volte. Tanta gente ha sbagliato tante volte. Il problema non è sbagliare, la forza delle persone sta nella capacità di sbagliare e di correggersi. S
e uno dopo che ha sbagliato si corregge, io sono certo che è un vincente perché riesce a risolvere il problema.
Sbagliare fa parte del gioco e lo facciamo tutti parecchie volte al giorno, non bisogna averne paura, tantomeno demoralizzarsi.
Nella cultura americana, per esempio, lo sbaglio è una forza, c’è gente che è fallita due, tre volte, e poi, senza fare esempi, è andata a fare il presidente degli Stati Uniti. Nella cultura americana essere falsi è un problema enorme da cui non si riesce a riabilitarsi.
Noi abbiamo una cultura un po’ diversa, dove c’è la buona bugia o cose di questo tipo. Questo non esiste nella cultura anglosassone, dove invece la falsità è considerata un problema enorme”.
Quando io mi arrabbio perché sento le persone che dicono cose false, forse è anche questa parte di cultura che ho, che mi dice che essere falsi non funziona mai, invece sbagliare va benissimo, basta che uno sia capace a correggersi”.