L’elicottero MI 20 su cui viaggiavano il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il ministro degli Esteri del suo Governo, si è schiantato ieri al suolo nella regione montuosa di Jolfa a nord di Tabriz
Dopo ore di ricerche dei soccorritori mobilitati in forze, la scorsa notte sono stati rintracciati i rottami del velivolo con a bordo il presidente iraniano Ebrahim Raisi e il suo staff, compreso il ministro degli Esteri.
In un filmato amatoriale si vede l’elicottero con il rotore posteriore bloccato volteggiare in aria fuori controllo per 5 lunghi e terrificanti minuti prima di impattare in un’area boscosa e prendere fuoco.
I media iraniani hanno riferito che è stata subito convocata dall’Ayatollah Ali’ Khamenei una riunione d’emergenza del Consiglio Supremo di Sicurezza Nazionale a Teheran.
Il portavoce del governo, Ali Bahadori Jahromi, ha fatto sapere che il vicepresidente Mohammad Mokhber era già in viaggio verso Tabriz con altri membri dell’esecutivo di Teheran.
Il capo di stato maggiore, Mohammad Bagheri, ha emanato un ordine perché le Guardie della Rivoluzione partecipassero alle ricerche, mobilitando le risorse dell’esercito.
L’elicottero di Raisi era da poco decollato dalla zona confinaria con l’Azerbaijan dove il presidente iraniano aveva partecipato all’inaugurazione dei lavori di una grande diga accompagnato dal leader azero Ilham Aliyev e rispettive delegazioni di alto rango politico e militare.
Inizialmente, l’agenzia iraniana Mehr aveva riferito che il presidente iraniano Ebrahim Raisi non era ferito e avrebbe ripreso il suo viaggio via terra, ma poi ha cancellato questo aggiornamento.
Il ministro dell’Interno continuava a dire di non avere dettagli e di attendere informazioni dirette dai soccorritori, mentre un’altra agenzia del regime, la Fars, invitava gli iraniani a pregare per il presidente.
Raisi stava viaggiando nella provincia iraniana dell’Azerbagijm orientale quando ad un migliaio di metri dal suolo sarebbe andato in avaria sbuffando getti di fumo nero da motori e diventamdo ormai incontrolloabile.
L’incidente è alla fine avvenuto nei pressi di Jolfa, una città che si trova nei pressi del confine tra Iran e Azerbaijan, a circa 600 chilometri a nord-ovest della capitale iraniana, Teheran.
Il ministro dell’Interno iraniano, Ahmad Vahidi, ha detto che le squadre di soccorritori nella zona hanno raggiunto in nottata il punto esatto dell’incidente in “condizioni meteo difficili” per la fitta nebbia. Nelle ricerche sono stati anche utilizzati droni e inviate anche otto ambulanze.
Il presidente Raisi era insieme a sette funzionari, tra cui il Ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian e il Governatore dell’Azerbaigian orientale. Tutti deceduti
Chi era Raisi
L’Iran fa uso di numerosi elicotteri, anche per i viaggi delle autorità ma le sanzioni internazionali rendono difficile ottenerne i pezzi di ricambio. Anche la sua flotta aerea militare risale in gran parte a prima della rivoluzione islamica del 1979.
Raisi, 63 anni, aveva guidato la magistratura del Paese. Era considerato un protetto del leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, e alcuni analisti avevano ipotizzato che avrebbe potuto sostituire il leader 85enne dopo la sua morte o le sue dimissioni.
Chi si trovava a bordo
L’Agenzia di stampa Irna ha ricapitolato l’elenco dei passeggeri dell’elicottero. Oltre al presidente Ebrahim Raisi, sul velivolo si trovavano Mohammad Ali Al Hashem, imam di Tabriz; Hossein Amirabdollahian, ministro degli Esteri; Malik Rahmati, governatore dell’Azerbaigian orientale, il pilota, un copilota, il capo della squadra di protezione e una delle guardie.
E ora, dopo il decesso di Raisi?
Secondo l’ordinamento iraniano, in caso di morte improvvisa del presidente, il suo ruolo viene ricoperto temporaneamente dal primo vicepresidente, che al momento è Mohammad Mokhber, previo assenso del leader supremo, Ali Khamenei. Entro 50 giorni, però, il Paese deve andare alle urne per eleggere un nuovo presidente. Marcello Di Meglio