Iren: previsti 2,2 mld di investimenti in 10 anni di cui 600 mln nel triennio 2022-2024. Il piano di investimenti è stato presentato alle imprese aderenti a Confindustria.
Sono circa 2,2 miliardi di investimenti in provincia di Genova per i prossimi 10 anni, di cui oltre 600 milioni nel triennio 2022-2024. Questo finanziamento sarà utile per la realizzazione di reti e impianti di acquedotti, reti gas. Ci saranno nuovi impianti di trattamento dei rifiuti nonché servizi a favore dei territori e delle comunità.
I numeri del nuovo piano industriale di Iren, sono presentati alle imprese aderenti a Confindustria dall’amministratore delegato Gianni Vittorio Armani, insieme a Fabio Giuseppini, Ad di Ireti, e al direttore degli approvvigionamenti Vito Gurrieri.
Gli investimenti sono destinati principalmente alla sostituzione e manutenzione straordinaria delle reti (fogne e acquedotti). Alla manutenzione straordinaria delle dighe per l’approvvigionamento idrico e dei grandi impianti di potabilizzazione. Inoltre alla realizzazione della nuova adduttrice di acquedotti della Va Fontanabuona e di numerosi ampliamenti in zone non servite dalla pubblica fognatura.
Grande impegno inoltre sul fronte depurazione, che, oltre, alle manutenzioni straordinarie dell’esistente, vedrà la costruzione di 5 nuovi impianti. Le città sono Arenzano, Genova Area Centrale, Torriglia, Chiavari, Sestri Levante. Per il servizio gas sono previsti. Ci sarà una campagna di sostituzione contatori e interventi di idrogenazione per rendere le reti H2 read; oltre agli interventi di manutenzione e rinnovo delle reti.
Circa 50 milioni riguardano l’investimento per i lavori in corso sul nuovo impianto di trattamento meccanico biologico a Scarpino.
«La nostra strategia di crescita intende affermare Iren come partner di riferimento per le comunità locali ̶ dichiara in una nota l’Ad G. V. Armani ̶ accompagnandole nell’evoluzione necessaria nei prossimi anni grazie all’elevata qualità dei servizi offerti. L’impianto strategico del nuovo piano industriale poggia infatti le proprie basi su tre pilastri: transizione ecologica, qualità del servizio e territorialità; crediamo che possa essere un potente motore di sviluppo per l’economia dei territori». ABov