“Pietro Piciocchi e Marco Bucci minimizzano, ma hanno subìto l’operazione. Ci spiegano come funziona il patto parasociale, ci dicono che la governance della società non cambierà, ma la realtà è un’altra.
Piciocchi e Bucci sono riusciti a indebolire la posizione di Genova all’interno dell’azienda quando rappresentavano il socio di maggior peso nella compagine societaria, non osiamo immaginare cosa accadrà ora che gli equilibri sono cambiati.
Sotto la loro guida Genova, che era il primo socio di Iren e deteneva determinanti deleghe societarie, ha perso il ruolo che aveva fin dal momento della stipula del patto di governance.
Deleghe strategiche sono passate dalla competenza dell’amministratore delegato (di nomina genovese) in parte al presidente (di nomina torinese) e in parte al vice presidente (di nomina reggiana).
In poche parole hanno fallito. Hanno trattato una società, che è straordinariamente importante per le sfide future che riguardano Genova e la Liguria, come fosse solo una società in cui sistemare dei ‘nomi’, un poltronificio.
Torino ha fatto il contrario, crede nella mission di Iren e ha creato le condizioni per rafforzare la propria presenza.
Ora ci aspetta un futuro incerto, per fortuna si avvicinano le elezioni e una nuova classe dirigente bussa alle porte per rilanciare la città.
Non c’è lotta tra Genova e Torino, ma c’è differenza tra chi crede in un progetto e chi no.
Torino non ha copiato quanto ha fatto Genova in passato. Lì c’era un’amministrazione, Torino, che voleva vendere e Genova acquistò. Oggi Genova si vede sfilare sotto il naso il ruolo di primo socio senza volerlo e soprattutto senza accorgersene.
Le valutazioni le lasciamo ai cittadini genovesi.
Sono chiari i motivi del nervosismo del duo Piciocchi e Bucci, ma si fermino, non facciano altri danni”.
Lo hanno dichiarato Davide Natale, segretario PD Liguria, e Simone D’Angelo, segretario Metropolitano PD Genova.