S’inizierà a maggio il processo in Corte d’Assise per Faysal Rahaman, il 22enne del Bangladesh, residente a Genova, che lo scorso ottobre era stato arrestato dagli investigatori Digos con l’accusa di fare parte dell’organizzazione terroristica islamista pakistana Ttp.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo Federico Manotti, erano partite dopo che il fratello minorenne aveva portato a scuola disegni della moschea di Gerusalemme con un kalashnikov e la scritta “7 sky”.
Rahaman si stava organizzando per lasciare l’Italia e aveva cercato informazioni su come poter viaggiare in Europa con la sola ricevuta della presentazione di rinnovo del permesso di soggiorno accompagnata da altro documento. Aveva chiesto “informazioni sul costo di un biglietto”.
Per la pubblica accusa, aveva divulgato e fatto propaganda di messaggi di matrice islamista, in particolare riferendosi all’organizzazione terroristica islamica Al Qaeda.
L’ipotesi degli investigatori è che il giovane straniero volesse lasciare il nostro Paese per raggiungere i componenti della cellula terroristica per compiere attentati o per raggiungere poi il Pakistan da Spagna o Francia. Non hanno inoltre escluso che il 22enne potesse eventualmente partecipare ad attentati in Italia e in Europa.
Gli investigatori della Digos genovese, infatti, avevano scoperto che si stava auto-addestrando per compiere atti di violenza o di sabotaggio di servizi pubblici essenziali, oltre a informarsi sull’uso del fucile mitragliatore AK-47 e sulle tecniche militari di combattimento. In rete si faceva chiamare “Soldato di Dio”.