Un israeliano su tre ha ricevuto almeno una dose del vaccino anti Covid.
Lo ha comunicato oggi il ministero della Sanità di Tel Aviv, secondo cui oltre 3 milioni di persone su una popolazione di circa 9,3 milioni (il 32.6%) hanno avuto almeno la prima somministrazione.
Ad aver ricevuto anche la seconda dose sono 1.728.625, ovvero il 18.76% dell’intera popolazione.
La campagna vaccinale prosegue dunque a ritmo intenso: ad essere coinvolti sono ora gli over 40 e i giovani tra i 16 i 18 anni, in modo da riaprire le loro classi in vista della maturità.
In ogni caso, il Governo israeliano stasera dovrebbe decidere il prolungamento del lockdown di una o due settimane, compresa la chiusura dell’aeroporto Ben Gurion.
Intanto, il Regno Unito è disposto ad aiutare l’Unione europea con le forniture di vaccini contro il coronavirus, ma solo se non influirà sul calendario messo a punto dal Governo britannico per vaccinare la sua popolazione.
Lo ha riferito oggi la ministra al Commercio internazionale, Liz Truss, citata dal quotidiano inglese The Guardian.
Dopo giorni di tensione tra le due sponde della Manica sul dossier AstraZeneca, Downing Street aveva aperto alla possibilità di trasferire nel Continente parte delle proprie scorte vaccinali una volta terminata “la prima fase” del programma.
Londra intende vaccinare i gruppi più vulnerabili entro la fine di febbraio, tutte le persone sopra i 50 anni entro la primavera e tutti gli adulti entro settembre.
La ministra Truss ha ribadito la disponibilità ad aiutare la ue, ma, secondo il Guardian, ha lasciato intendere che qualsiasi trasferimento di dosi ai Paesi europei potrebbe non avvenire prima che il Regno Unito abbia completato il suo programma entro l’autunno.