Due brevi considerazioni (e una conclusione triste) sulla nuova guerra in Medio Oriente.
La prima immediata di natura geopolitica. I miliziani di Hamas che controllano la Striscia di Gaza hanno già vinto, nel senso che hanno bloccato quel processo di avvicinamento che era in corso tra alcuni Paese arabi e Israele. Il fronte arabo si è così ricompattato.
La seconda più di natura bellica. Siamo di fronte a un dilemma: i miliziani di Hamas non possono perdere militarmente e Israele neppure. Entrambi lottano per la sopravvivenza e quando la guerra è una guerra per la sopravvivenza, o sopravvive l’uno o sopravvive l’altro.
I miliziani di Hamas vogliono la distruzione dello Stato ebraico e Israele vuole la distruzione di Hamas. Come andrà a finire nessuno lo può dire.
Certo, Israele non potrà più tollerare la presenza di terroristi nella Striscia di Gaza.
In questa difficile situazione ci vorrebbe l’intervento di una potenza capace di svolgere un ruolo di mediazione che tenga conto dei diritti di un popolo, quello palestinese, vittima tanto dei miliziani di Hamas quanto di Israele.
Ed è un peccato che l’Europa non possa svolgere quel ruolo perché sta con una parte contro l’altra. E dire che l’Italia un tempo aveva buone relazioni tanto con Israele quanto con il mondo arabo. Prof. Paolo Becchi