“Ho un mutuo da pagare e due figlie da mantenere a Genova”. E’ questo forse il cartello, ma non l’unico, che ha colpito dritto al cuore di chi ha assistito alla manifestazione dei lavoratori genovesi di Itas Mutua Assicurazioni.
Ieri mattina davanti alla sede di Itas Mutua Assicurazioni di piazza Piccapietra 23 a Genova, dipendenti e rappresentanze sindacali si sono radunati per presidiare una delle sedi distaccate della più antica Mutua Italiana.
Tutti pronti a marciare verso largo Pertini dove, a partire dalle 10.00 e fino alle 13.30, si è tenuto il primo sciopero indetto da tutte le sigle sindacali: Uilca, First Cisl, Cgil Fisac, Fna, Snfia, per dire ‘No!’ al nuovo piano industriale presentato nei giorni scorsi dalla direzione dell’azienda trentina.
Una Mutua costituita da clienti e dipendenti tutti soci assicurati. Questi ultimi stanno per entrare nel mirino dell’articolo 15 del Ccnl Ania, come anticipato la scorsa settimana dalle rappresentanze sindacali dell’azienda dopo l’incontro con il CdA di Itas.
Si tratta di un articolo che prevede, in caso di rilevanti ristrutturazioni aziendali, modifiche della prestazione lavorativa di gruppi di personale, determinandone la mobilità intesa come mutamento della sede lavorativa.
Davanti al Teatro Carlo Felice c’erano espressioni di effettiva preoccupazione sui volti di tutti i 197 (tranne tre) dipendenti, tanti sono quelli che lavorano nella sede di Genova ed hanno aderito allo sciopero.
Paure ed incertezze per il futuro da parte delle molte mamme con figli che verrebbero trasferite a Milano o Trento. Paure di padri che dovranno affrontare una settimana lavorativa senza poter vedere i loro figli.
Timori e speranze di chi, pur non avendo figli, una famiglia ce l’ha comunque, con un pensiero che vola ai genitori anziani che verranno inevitabilmente trascurati.
“Trasferimenti = licenziamenti”, “Trasferito a 355 km”, “Ho un mutuo da pagare e due figlie da mantenere a Genova”: è quanto si legge sugli striscioni e sui cartelli che i dipendenti Itas, avevano appeso al collo.
Sbandierati i valori decantati dalla Mutua trentina: vicinanza al territorio, famiglia, coerenza e trasparenza, le persone e il bene comune, il dipendente al centro.
Ma il dipendente sembra essere solo al centro di un mirino, come è scritto su un striscione. Questo è il clima che si è respirato ieri mattina in largo Pertini a Genova mentre le rappresentanze sindacali aziendali venivano sentite dapprima dai Capigruppo del Comune e successivamente da quelli regionali.
In largo Pertini sono infine giunti i rappresentanti sindacali che hanno spiegato il risultato dell’incontro con i Capigruppo del Comune di Genova, alla presenza dell’assessore Giorgio Viale e, successivamente, da quelli della Regione Liguria, presente l’Assessore Andrea Benveduti che ha ribadito l’intenzione di contattare i vertici aziendali.
In modo unanime i Capigruppo hanno espresso la preoccupazione per la scelta di colpire la sede genovese e l’intenzione di avviare un tavolo comune con i vertici di Itas, organizzazioni sindacali ed Istituzioni per determinare il ritiro del piano di riorganizzazione aziendale e d’interessare i parlamentari liguri di ogni forza politica al fine di sollecitare l’intervento del Governo.
Fra l’altro, a livello nazionale, sono state depositate due interrogazioni parlamentari da parte degli Onorevoli Paita e Pastorino ai ministri dello Sviluppo economico Patuanelli e al Lavoro e Politiche Sociali, Catalfo al fine di ottenere un chiarimento sul “caso ITAS Mutua”. L.B.