“La discriminazione delle donne in Arabia Saudita è odiosa e intollerabile. Noi, in Liguria, il velo integrale lo abbiamo vietato in tutti i luoghi pubblici. Ma mi chiedo: ce ne accorgiamo ora perché lì si gioca una partita di calcio?”.
Lo ha dichiarato oggi su Fb il governatore ligure Giovanni Toti.
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“Il nostro mondo – ha aggiunto Toti – ha molti rapporti con quello arabo tradizionalista. Compriamo e viaggiamo con il loro petrolio e con il loro petrolio le nostre compagnie fanno molti affari.
I fondi sovrani di quei paesi sono nell’azionariato di molte aziende italiane ed europee, gli investimenti immobiliari non si contano, i loro centri commerciali traboccano (per fortuna) di merci Made in Italy: vestiti, profumi, pelletteria, moda in generale, auto e tecnologia.
Le nostre aziende da sempre costruiscono strade e autostrade, infrastrutture in genere in quei paesi. E perfino molte delle squadre di calcio che gli europei applaudono ogni settimana sono di proprietà araba.
E ora ci accorgiamo della discriminazione? Certo che le donne sono discriminate!
Purtroppo in molti paesi del mondo i diritti civili e sociali che esistono nelle nostre democrazie non ci sono. Nella maggior parte del mondo vi sono categorie di persone discriminate e addirittura perseguitate.
Ma senza problemi abbiamo fatto partecipare quei paesi ai campionati mondiali dei vari sport, abbiamo disputato con loro Olimpiadi e, se mi è consentito, ancor più grave moralmente, quei paesi siedono in tutti gli organismi internazionali, dall’Onu in giù. E con quei paesi abbiamo rapporti diplomatici e facciamo quotidianamente affari. Per il bene della nostra economia.
Se ci indigniamo e vogliamo sospendere una partita di calcio per le tribune separate allo stadio dovremmo, per coerenza, sospendere l’acquisto di petrolio da compagnie dove le donne non possono lavorare o non possono fare carriera, dovremmo sospendere la vendita dei nostri prodotti nei centri commerciali dove le donne possono entrare solo velate, dovremmo evitare di costruire strade dove, fino a ieri, le donne non potevano guidare.
Siamo seri, basta ipocrisie. La discriminazione va combattuta ogni giorno, con realismo, e non con proclami adatti ad una assemblea studentesca, ma non alla politica estera della seconda potenza europea. Siamo seri almeno un giorno, gli italiani sono preoccupati per il lavoro che non c’è, occupiamoci di quello. Il mondo è ingiusto e spesso crudele, stai a noi cercare di cambiarlo, ma per favore, seriamente e senza proclami velleitari”.