Keith Emerson, è il più bel simbolo dei musicisti del Progressive Rock. Emerson è uno dei primi tastieristi a usare il Moog, un sintetizzatore gigantesco con un centinaio di cavi da collegare e spostare e contemporaneamente a suonarlo dal vivo. E’ morto a 71 anni, nella sua villa di Santa Monica in California, secondo indiscrezioni suicida.
Nato a Tomorden, nello Yorkshire nel 1944, si era formato ascoltando i grandi pianisti di jazz e studiando musica classica. Ed è proprio fondendo virtuosismo tecnico, repertorio classico e rock che è entrato nella storia. Alla grande notorietà è arrivato sul finire degli anni ’60 con i “Nice”, un trio con cui ha messo a punto la formula che gli ha dato il successo mondiale: basso, batteria e tastiere, sul piano strumentale, fusione di repertorio classico, rock su quello musicale.
Gli album “Ars Longa Vita Brevis” ed “Elegy” e una versione di “America” da “West Side Story” di Leonard Bernstein sono le pagine più note di questa band che rimane nei libri per aver posto le basi del Progressive.
Gli anni del trionfo coincidono con la formazione di un trio all star insieme a Greg Lake, bassista e cantante proveniente dai King Crimson e Carl Palmer, batterista super virtuoso che invece suonava negli Atomic Rooster. Gli Emerson, Lake & Palmer (EL&P).
Negli anni ’70 fecero furore fin dal primo album, che conteneva “Lucky Man”, ricordato per un torrenziale assolo di Moog, uno dei più popolari e diffusi sintetizzatori della storia. “Tarkus”, “Pictures at an Exibition”, versione rock dell’opera di Mussorsgky, “Trilogy”, “Brain Salad Surgery” sono i titoli più importanti di questo super trio ancora amatissimo.
Le sonorità magniloquenti degli album trovavano dal vivo una rappresentazione spettacolare: mentre Carl Palmer suonava dietro una batteria grande come un mini appartamento, come usava all’epoca, Emerson, con i suoi giubbotti di pelle e i lunghi capelli biondi, maltrattava un “muro di tastiere”: in questo solo Rick Wakeman, il tastierista degli Yes, riusciva a rivaleggiare con lui.
Ma Emerson, oltre a prodursi in vertiginosi virtuosismi, sbatacchiava il suo organo Hammond, aggredendolo con coltelli, magari mentre un gigantesco mostro raffigurante Tarcus arrivava sul palco (quando suonarono alla stadio Flaminio di Roma il mostro non poté arrivare in scena perché avrebbe fatto sprofondare il palco).
Sono ricordi che ancora oggi ritornano alla mente e sono indelebili! Una volta finita l’esperienza con gli EL&P, la sua carriera non ha mai più conosciuto la stessa popolarità, anche se Emerson ha conosciuto un successo clamoroso con una versione di “Honky Tonk Train Blues” di Mead Lux Lewis che in Italia è stato usato come sigla di un programma tv.
Keith Emerson resta comunque un personaggio che ha contribuito in modo determinante a rendere popolari le tastiere: non è un caso che sia entrato nella Hall of Fame dell’organo Hammond. Certamente il suo contributo è legato a un periodo preciso e a un modo di suonare e concepire la musica oggi datato ma che continua ad avere fan devoti in tutto il mondo che considerano gli album degli EL&P alla stregua dei capitoli di un libro sacro.
A diffondere la notizia della sua morte, con un annuncio sul sito facebook del gruppo, è stato il suo vecchio amico e compagno di avventure Carl Palmer, che è stato decisivo nel creare il mito del tastierista che ha fatto conoscere il Moog al mondo del rock. ABov