Al Kustendorf i concerti si tengono a mezzanotte. E stupisce che bambine e bambini ieri sera fossero in prima fila sotto al palco. Perchè in Serbia i minori sono accolti, non assurgendo ad elemento di fastidio come nella nostra Europa d’Occidente.
In tal senso è stato molto interessante osservare studenti, famiglie con bambini affollare l’anfiteatro del Kustendorf per assistere al concerto pop folck rock di Bajaga I Instruktori, tutti in estatico visibilio per quello che insieme all’altra rock band Van Gogh, è considerato l’icona della musica alternativa e che conquista tutti all’unanimità.
Voce calda e profonda quella di Bajaga, il rocker che diciottenne entra a far parte della rock band dell’altro mostro sacro del rock yugoslavo Riblja Corba. E ci riferiamo ai lontani anni ’80, un’epoca più spensierata per tutti. Nel 1984 lascerà la band per intraprendere la propria carriera solista e di strada ne ha percorsa. Ha lasciato traccia nella storia della musica il concerto di Bajaga con band annessa, al Moscow’s Gorky park nel 1986, che purtroppo però ad un certo punto la polizia sovietica ha dovuto interrompere per ragioni di sicurezza legate al sovraffollamento dei fans accorsi ad assistervi.
Forse ad un primo ascolto la sua musica può apparire distante dai gusti dell’italiano medio, tuttavia le canzoni presentano una solida struttura da rock melodico ed il suo chitarrista storico è veramente talentuoso. Il nome anagrafico del frontman è Mom’cilo Bajagic, da cui Bajaga ed, il suo fedele chitarrista si chiama Z’iva milenkovic’.
Ieri ha davvero coinvolto e commosso una folta platea. Come non perdersi su quella voce calda e rassicurante?
Purtroppo oggi è l’ultima giornata dell’ 11 edizione del Festival di Kustendorf.
Vengono proiettati ancora dei films, tra cui citiamo “No Gods, No Masters, a History of Anarchism” di Tancrede Ramonet e “You Never Really Here” di Rosa Attab. Seguirà la tradizionale cerimonia di chiusura con la premiazione ai tre cortometraggi in gara giudicati migliori. Ed infine la festa in pieno stile balcanico fino a notte fonda.
Chi conosca anche solo in parte questo festival sa che il cuore inizia già a crepitare come la fiamma di una candela che non si arrende alla propria conclusione. Al fFstival di Kustendorf ci si commuove, inglobando in sé una sfumatura umana e culturale da riportare sulla strada di casa.
Romina De Simone