Se è vero che la prima esecuzione dopo un decennio di qualunque tipo di manifestazione rappresenti la prova fatidica, l’11 edizione del Festival di Kustendorf la supera in maniera eccellente, esordendo nella serata del 16 gennaio 2018 in grande stile.
Approdando ieri a Mokra Gora, remoto eppur delizioso paesino rurale della Serbia sud occidentale, sulla cui collina sovrastante si tiene il Festival di Kustendorf, sconosciuto ahimè a chi segua un cinema meramente massivo, si avvertiva un’atmosfera densa di fermento delle idee. Un Festival che merita lo sforzo di arrivare in queste terre per concederci uno sguardo più umano del cinema.
Dopo la tradizionale cerimonia d’inaugurazione, il regista bosniaco-serbo Emir Kusturica, creatore e demiurgo del Kustendorf, ha scelto di aprire il Festival con la proiezione della pellicola Palma D’Oro a Cannes/2017 “The Square”, del filmmaker svedese Ruben Ostlund. Una pellicola esteticamente sofisticata, in cui sono accuratamente visibili persino tutte quelle che nel gergo del cinema romano vengono definite “comparse”, ciascuna delle quali particolarmente azzeccata nella scelta registica.
“The Square” tuttavia è un film non facile da decifrare che, nel messaggio, presenta dei punti di comunanza con la pellicola, passata anche attraverso questo medesimo festival, “Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza” (2014) dell’altro autore svedese Roy Anderson.
In entrambe le citate opere, si intravede una società estremamente moderna ed evoluta dal punto di vista dei diritti civili e dei costumi sessuali, eppure cupa, dove ciascun individuo è solo ed è chiamato, al di là di ogni sperimentazione artistico sociologica come nel Soggetto di “The Square”, a bastare a se stesso e dove, la decantata “solidarietà,” assurge a vuoto esercizio intellettuale.
Alla proiezione del film è seguito fino a tarda sera un interessante workshop con l’autore Ruben Ostlund, (Styrso, 13 aprile 1974) quarantaquattrenne svedese marcatamente eclettico e carico d’energia, attualmente docente in cinematografia presso l’Accademia delle Arti di Goteborg, che esterna un apprezzamento rispetto allo stile cinematografico della nostrana Lina Wertmüller per l’originalità dei propri lavori. Anticipa che forse potrebbe lavorare su un Soggetto concernente il mondo della moda, dal momento che la moglie è una fashion photographer e si dichiara piuttosto attratto da quell’ambiente che pullula di contraddizioni.
La prima giornata al Kustendorf prosegue con il concerto della band “Japalkan”, gruppo composto da giovani ragazze e ragazzi nipponici che coltivano la passione della musica tradizionale serba.
Ed in effetti, assistere alla perfomance di ragazzini giapponesi che cantano in serbo, abbigliati secondo i costumi tradizionali locali, costituisce un’esperienza originale.
Tra il pubblico scorgiamo divertito anche il nostro talentuosissimo, Premio Oscar 2014, Paolo Sorrentino, nella sua limpida disponibilità di sempre.
La notte spensierata prosegue a lungo sotto il cielo di Mokra Gora.
Romina De Simone
Internet: http://www.kustendorf-filmandmusicfestival.org/2018/