La mappa geopoetica di Recco realizzata da Laura Canali, artista e cartografa del mensile di geopolitica Limes
insieme allo spettacolo che andrà in scena il 10 e 11 giugno 2022, è il risultato del progetto “Argonauti – Un canto per Recco”, ideato e diretto da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure con il sostegno del Comune di Recco.
Venerdì 10 giugno l’opera sarà ufficialmente consegnata al sindaco Carlo Gandolfo da Laura Canali e in seguito sarà affissa nella sede del Comune. La mappa geopoetica di Recco è una vera e propria opera d’arte, con cui Laura Canali, dopo mesi di studio su Recco e i laboratori condotti con i cittadini, ha modellato la geografia facendola incontrare con la storia, con il pensiero, con le emozioni che hanno fatto diventare la città quello che è ora.
Recco potrà vedersi specchiata in una sola immagine che porta i segni di 80 anni di storia, dal primo bombardamento del 1943 all’ultimo scudetto della Pro Recco nel 2022. Ci sono il mare, gli ombrelloni, il numero 22 come gli aerei della Raf che l’hanno colpita, c’è il 7 come i giocatori di una squadra di pallanuoto che diventano luminosi quanto la costellazione di Orione con i loro 34 campionati italiani vinti e c’è tanto altro. C’è il profilo di parte della Liguria a sostituire l’arco del ponte ferroviario oggetto di tanta furia distruttiva durante la seconda guerra mondiale.
Sulla linea della Regione che si sovrappone alla città si individuano 27 località. Vogliono essere un segno di solidarietà storica a Recco, che ha pagato per tutte a causa della sua posizione strategica, con dieci mesi di bombardamenti, 127 vittime, il 90% degli edifici abbattuti. Ma Recco, dopo un colpo così duro, dal 1945 in poi seguendo la sua stella ha saputo rinascere.
Niente meglio delle parole di Laura Canali può spiegare la sua poetica:
“Ricordare è risalire in solitudine l’alveo di un fiume in secca”
Il rumore del tempo, Osip Mandel’štam
La storia di Recco, impetuosa e calma allo stesso tempo, come il suo torrente.
C’era una volta una cittadina preziosa, gioiello dell’architettura ligure. Fino alle 21,40 del 10 novembre del 1943.
Da quel momento – e fino al 28 agosto del 1944 – oltre 33 tonnellate di bombe degli aerei inglesi arriveranno dal cielo a radere al suolo la città. Quando gli abitanti torneranno dai rifugi in montagna, non troveranno più nulla.
Non avere più punti di riferimento geografici e fotografici è un trauma molto potente che si trasforma in una ferita aperta ancora oggi. Questo trauma si tramanda di generazione in generazione, senza volerlo, è come un tatuaggio in fondo al cuore.
Negli anni ’50 avverrà una ricostruzione della città veloce e sgraziata ma le conseguenze della guerra sono responsabilità di tutti, Recco ha pagato il prezzo più alto
La mappa emozionale mostra il profilo di parte della Liguria al posto dell’arco ferroviario che attraversa Recco.
Le ventisette località sono le città che si susseguono lungo la costa. Da La Spezia a Savona. La costa della Liguria è anche il punto di contatto con il mare che sprigiona l’energia necessaria ai ragazzi di Recco per ricominciare a vivere. Nel dopo guerra, un campo galleggiante e due palloni di cuoio, sono stati la rivincita che sette giovani atleti hanno regalato a Recco e all’Italia e hanno dato vita alla Pro Recco, Società sportiva più titolata al mondo.