Il Commissariato di Ventimiglia attivo nel contrasto immigrazione clandestina
Da qualche giorno il cittadino tunisino L.M., classe 1993, si trova all’interno del Centro di permanenza e rimpatrio di Torino, in attesa di essere accompagnato coattivamente in Tunisia dalla Polizia di Stato.
A seguito di una approfondita indagine condotta dal Commissariato di P.S. di Ventimiglia e dall’Ufficio immigrazione della Questura di Imperia, in sinergia con la Questura di Agrigento, è emerso che lo straniero si era reso responsabile di una serie di gravi reati, posti in essere in Sicilia, pochi attimi dopo il suo arrivo in Italia tramite un barcone.
Questi, dopo aver viaggiato dalla Tunisia assieme ad altri 38 migranti su una barca in legno, era sbarcato a Lampedusa grazie alla guardia costiera italiana, che lo aveva salvato nelle acque del Mediterraneo.
Dopo essere stato accompagnato in un centro di prima accoglienza per ricevere assistenza, cure mediche ed essere identificato, manifestava immediatamente la volontà di richiedere asilo.
Poco dopo, pretendendo di andarsene senza fornire le proprie generalità, iniziava a dare in escandescenze e sobillava altri migranti alla ribellione.
Questi mettevano in atto una violenta protesta inizialmente distruggendo e facendo a pezzi tutto ciò che capitava loro a tiro, successivamente dando fuoco alle stanze poste al primo piano del padiglione ove erano alloggiati. Ma vi è di più.
In aggiunta a tali deprecabili azioni decidevano, per agevolare la loro fuga, di bloccare per più di dieci minuti gli accessi ai vigili del fuoco intervenuti impedendo, tra l’altro, agli altri ospiti dell’edificio di essere soccorsi e sequestrando, di fatto, il personale civile in servizio nella struttura.
Grazie all’intervento tempestivo ed efficace del personale del Reparto Mobile della polizia in servizio di vigilanza al centro di accoglienza, venivano scongiurate le gravi conseguenze della condotta posta in essere dagli extracomunitari che venivano denunciati per violenza, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.
Gli stessi, ritenuti appartenere a gruppi criminali di migranti, sono stati trasferiti presso il Centro di permanenza per il rimpatrio di Potenza in quanto ritenuti pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica e, pertanto, soggetti da espellere.
Una volta a Potenza, L.M. riusciva a fuggire eludendo il sistema di sorveglianza del centro e si dirigeva a Ventimiglia.
Una pattuglia del Commissariato, impegnata nel controllo del territorio, che svolgeva servizio nella città intemelia all’interno del dispositivo di ordine e sicurezza pubblica, insospettita da alcuni atteggiamenti tenuti dal tunisino, dopo un controllo effettuato, bloccava lo straniero e lo accompagnava all’interno degli Uffici del Commissariato P.S. di Ventimiglia.
Messo a disposizione dell’Ufficio Immigrazione della Questura, è stato espulso e a breve verrà rimpatriato in Tunisia, con il divieto decennale di rientro in Italia.
Nell’ultima settimana la Questura di Imperia ha espulso complessivamente otto cittadini stranieri ed ha organizzato l’accompagnamento presso centri di permanenza e rimpatrio di altri quattro extracomunitari.
Sono stati inoltre accompagnati allo stesso Centro per il rimpatrio anche due cittadini brasiliani poco più che trentenni, giunti in Italia clandestinamente per trovare lavoro e rintracciati ad Imperia dal personale delle Volanti della Questura e un algerino N.S., nato nel 1979, a cui è stato notificato il rigetto della richiesta del permesso di soggiorno emesso dal Questore di Napoli.
Sono stati muniti dell’ordine del Questore di Imperia di abbandonare il Territorio nazionale anche il tunisino B.M.A., con precedenti per spaccio di sostanza stupefacente ed il suo connazionale H.M., con pregiudizi penali per furto, K.A., nato in Marocco e condannato anch’egli per furto e violazione di domicilio, ed altri 6 cittadini provenienti da Algeria, Tunisia, Sudan, Iraq e Marocco, irregolarmente presenti sul territorio italiano.
Sul fronte giudiziario, il Giudice di Pace di Imperia ha recentemente respinto otto ricorsi di cittadini extracomunitari, depositati contro provvedimenti di espulsione adottati nei loro confronti.