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La protesta degli abitanti di Granara di Pegli: “Dimenticati da Trenitalia, isolati dal mondo”

“Lavoro in Piazza della Vittoria e sono obbligata a prendere l’auto per andare in centro. Peccato perché se fermassero più treni a Granara ne farei volentieri a meno” (Laura L.).

“Vado ogni giorno a Granara per tenere i miei nipoti. Sestri e la Val Varenna sono distanti 3 minuti di viaggio in treno. Ma dal momento che a Granara fermano soltanto 2 treni all’andata e 2 al ritorno in orari a me inutili sono costretta ad andarci in autobus, impiegando così anche 1ora e 30 minuti. Trovo questo assurdo” (Concetta T.).

Sono soltanto due testimonianze che fanno capire quanti problemi ha la frazione di Granara, alle spalle di Pegli, ed il suo circondario sul problema trasporti.

A Granara, pur essendo dotata di stazione ferroviaria propria, il servizio è limitato a due sole coppie di treni al giorno. Ciò benché la tratta compresa tra Genova ed Acqui Terme sia solcata da un numero superiore di treni aventi fermata in tutte le stazioni, esclusa quella di Granara.

La stazione di Genova Granara è una fermata ferroviaria della linea Acqui Terme-Ovada-Genova, tratto meridionale della linea storicamente denominata Asti-Genova, ed è ubicata sulle alture del quartiere di Pegli e circondata dal verde delle colline pegliesi. È raggiungibile solo a piedi percorrendo una mattonata, una creuza che la collega alla Val Varenna (foto accanto).

Tornando al problema trasporti, la linea Genova-Acqui Terme è gestita in regime omotachico (cioè con orari dei treni cadenzati a multipli di ore e con gli stessi minuti primi) e poiché le tracce orarie sono programmate con tempi di percorrenza sufficientemente lunghi, nulla vieterebbe di assegnare la fermata di Genova Granara a tutti i treni.

La Direzione Regionale di Trenitalia, interpellata diverse volte in proposito, ha avanzato la giustificazione che “fare fermare tutti i treni a Granara avrebbe provocato dei rallentamenti per via degli incroci con i treni marcianti in senso contrario, essendo la linea ad unico binario”; motivazione questa  affatto vera, poiché ad esempio il treno 12113 per Genova, che transita a Granara alle 6.14 senza fermare, sta poi fermo spesso per parecchi minuti alla stazione di Genova Borzoli per consentire l’incrocio con il treno 12114 che marcia nella direzione opposta.

Un altro grande elemento di criticità è che la stazione ferroviaria di Genova Granara è priva di ogni collegamento stradale, sia per il quartiere omonimo che per quello di Pegli, volendo utilizzare la strada che discende da San Carlo di Cese lungo la Val Varenna. La stazione è raggiungibile infatti soltanto attraverso sentieri…!

Esiste soltanto un’unica strada sterrata: via Razzara superiore che collega la valle del Molinassi e le zone a Ponente in altura, retrostanti a Granara; ma per raggiungere la stazione ferroviaria è necessario lasciare l’auto a qualche centinaio di metri di distanza e percorrere dei sentieri disagevoli, irti di vegetazione incolta, che si addentrano nei boschi. Ma anche il collegamento stradale è abbastanza disagevole, poiché la via Razzara è sterrata, in salita, con il fondo irregolare per diverse radici di alberi sporgenti e soggetta a frane frequenti.

Vale forse qui la pena di rilevare che il costo dell’abbonamento integrato bus AMT+treno è lo stesso degli utenti che hanno facilità di accesso a tutte le linee, mentre coloro che abitano a Granara a 200 metri dalla stazione lo utilizzano soltanto per le sole due corse giornaliere, dovendo in casi di urgenza o necessità ricorrere all’uso del mezzo privato, con buona pace dell’ecologia e delle esortazioni da parte delle varie Istituzioni a servirsi dei mezzi pubblici per incentivare la mobilità sostenibile.

“Siamo veramente stufi – spiega Fabrizio G., abitante a Granara – la nostra stazione deve uscire dall’isolamento. Gli abitanti della Val Varenna e di Sant’Alberto, adulti e bambini di scuola, hanno smesso di usare il treno vista la mancanza di fermate e di collegamento viario. Potenziando il servizio in molti sceglierebbero il treno alla macchina. La Val Varenna è anche attraente per il suo paesaggio, i laghetti, il collegamento con la Alta Via e i sentieri naturalistici. Se la stazione fosse potenziata potrebbe diventare un nodo centrale per tutto il turismo ambientale in arrivo dal centro città e dal basso Piemonte”.

Una grande verità, come quella sostenuta da Elisabetta R.: “Lavoro al San Martino e il mio turno di lavoro inizia ogni giorno alle 7.00. Se volessi andare in treno, il primo utile della giornata si ferma alle 7.05 e quindi sono costretta a farmi accompagnare con l’auto da mio marito fino alla stazione di Ge-Pegli”.

Non è finita: “Lavoro al Galliera – dice Cristina R. – e viaggio esclusivamente con i mezzi pubblici, faccio i turni e quando sono di mattina riesco a prendere il treno da Brignole delle 14.13 e sono a casa in un’ora; nell’altro turno passando da Pegli ci vogliono due ore e mezza! Sarebbe bello poterlo usare anche all’andata visto che i treni ci sono e viaggiano quasi vuoti”.

Altre testimonianze: “Ogni giorno sono costretto ad accompagnare i miei familiari a Genova-Costa di Sestri Ponente – dice Pietro A. – poiché il treno delle 6,14 non ferma a Granara, malgrado noi abitiamo nei pressi della stazione”.

“Ci farebbe piacere – raccontano i Coniugi Parodi – ricevere le visite dei nostri nipoti e degli altri parenti, soprattutto in occasione di qualche criticità, ma con la mancanza di treni pressochè totale è impossibile. Vorremmo uscire dallo stato di emergenza in cui ci troviamo”.

“La natura collinare dei posti lì intorno è tranquilla e invitante – conclude Carlo R. – e se ci fossero più treni andrei più spesso a trovare una mia cugina che abita a Granara: ci si arriva in mezz’ora da Brignole. Inoltre non lontano da lì c’è l’eremo di Sant’Alberto, un posto suggestivo che invita alla meditazione e alla preghiera”.

Insomma, cara Trenitalia: ascoltiamo le richieste, giustificatissime, degli abitanti di Granara? O vogliamo continuare a tapparci le orecchie?

Il dato è tratto, vediamo ora se qualcuno continuerà a voler trattare gli abitanti di Granara “Cittadini di Serie B”, o addirittura di Serie C!

di FRANCO RICCIARDI