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La rana bollita di Becchi: così ci preparano ad accettare inizio III Guerra Mondiale

Soldato ucraino e veicolo blindato italiano Iveco LMV (foto di repertorio X/Twitter)
Armi Paesi Nato non soltanto per la difesa dell’Ucraina. Oggi anche la Germania ha autorizzato il regime di Kiev ad attaccare il territorio russo

La tecnica psicologica usata per far accettare all’opinione pubblica l’ingresso in guerra è quella della rana bollita. Si basa su due elementi: paventare e rassicurare.

State serene e tranquille rane nel pentolone. Nessuno vuole la guerra, si fa solo per mettere un po’ di paura al nemico per quello che ha fatto con sanzioni e invio di armi.

L’acqua nel pentolone è ancora tiepida. Paventare la possibilità della guerra nucleare e rassicurare dicendo che verranno al massimo usate armi nucleari ma “solo” convenzionali e “solo” a scopo difensivo. Ma è solo una lontana ipotesi.

La rana trova la temperatura dell’acqua ancora gradevole. Paventare l’invio di soldati e rassicurare dicendo che manderemo “solo” addestratori. La temperatura comincia a salire.

Paventare un conflitto diretto con la Russia e rassicurare dicendo che noi consentiremo agli ucraini di colpire in territorio russo con le nostre armi ma “solo” se si tratta di obiettivi militari. La temperatura infastidisce la rana, il calore sale lentamente ma ora si sente.

Dovremo mandare soldati, ma tranquilli “solo” professionisti… poi dovremo mandare anche soldati di leva, ma tranquilli saranno protetti nei tank mica col fucile in trincea.

Poi moriranno, ma tranquilli lo hanno fatto per tutti noi. La rana è ormai indebolita e non è più in grado di reagire.

La Russia dopo aver invaso l’Ucraina avrebbe invaso anche noi. Non c’erano alternative. Dovevamo noi invadere la Russia. (E dire che già lo abbiamo fatto e non è andata molto bene). La rana è cotta.

E così, piano piano, si è preparata l’opinione pubblica ad accettare l’inizio della Terza Guerra Mondiale, perché una guerra contro la Russia non può che rappresentare questo. Non c’è il due senza il tre.

La domanda è: ci saremo ancora dopo? O alla fine saremo tutti (o quasi) rane morte bollite? Prof. Paolo Becchi