“I dati definitivi dell’Istat sull’inflazione confermano purtroppo tutti gli allarmi lanciati dal Codacons nelle ultime settimane circa il rialzo dei prezzi al dettaglio in numerosissimi comparti che provoca una stangata pari a, in media, +2.398 euro annui a famiglia”.
Lo hanno riferito oggi i responsabili dell’associazione consumatori Codacons.
“La frenata dell’inflazione registrata negli ultimi due mesi – ha spiegato il presidente Codacons Carlo Rienzi – si è rivelata una ‘illusione ottica’ dovuta al ribasso delle bollette di luce e gas e, una volta terminato l’effetto calmierante dei beni energetici, il tasso è tornato a salire in modo preoccupante.
L’inflazione all’8,2% equivale ad una maggiore spesa pari a +2.398 euro annui per la famiglia ‘tipo’ che sale a +3.106 euro per un nucleo con due figli, stangata causata dalla crescita ancora a ritmi sostenuti di voci come gli alimentari e il carrello della spesa, comparti che segnano rispettivamente +12,1% e +11,6% su base annua, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnano un +7,9%.
Fortissime poi le differenze territoriali sul fronte dei prezzi al dettaglio. Il Codacons sulla base dei dati provinciali diffusi ieri dall’Istat (Comuni sopra i 150mila abitanti), ha elaborato la classifica delle città dove l’inflazione cresce di più ad aprile, e le relative ricadute di spesa sulle famiglie in base ai consumi medi dei cittadini residenti.
Genova ancora una volta è la città dove l’inflazione cresce di più, con un tasso del 9,7%, fanalino di coda Potenza, dove i prezzi aumentano solo del 5,8% su base annua. A Milano le ricadute più pesanti, con la famiglia ‘tipo’ che a causa dell’inflazione al 9% spende 2.443 euro in più su base annua”.