La voglia di ripartire è tanta e la passione è sempre la stessa
A distanza di una settimana proseguiamo nel nostro viaggio tra i club e i tifosi blucerchiati. (La vita dei club blucerchiati messa in stand-by | Prima parte)
Nella settimana che ha preceduto l’importante sfida con Lo Spezia c’è stato un po’ più di ottimismo tra la vita dei club blucerchiati. Questa volta si resta in Liguria, per conoscere i movimenti e le speranze dei club più vicini.
Sono tante le vicende che rendono un po’ burrascoso il cielo dei blucerchiati. Dalla protesta di disertare lo stadio, alle scarse prestazioni, fino alla sempre maggiore intolleranza verso la società.
Però Emanuele Vassallo, Presidente della Federclubs spiega: “Stiamo uscendo dall’incubo di questo anno e mezzo, non senza difficoltà, però noto che c’è voglia intorno a noi, di ripartire”. Vassallo racconta le iniziative portate avanti in epoca covid, su tutte: le migliaia di bandiere per il trentennale dello scudetto e i calendari di Natale, andati tutti esauriti. “Iniziative che hanno superato le nostre aspettative”, dice.
Si sta tornando alla normalità, venerdì verrà riaperta la sede nel rispetto delle norme anti covid e qualche club si sta già muovendo per ripartire con le trasferte: su tutti il Tamburino di Pegli, che partirà per la trasferta di Torino il 30 ottobre.
Ma quali sono ora le priorità della Federclubs? “Innanzitutto riprendere il collegamento con i vari club, che sono la nostra base, a settembre ci siamo incontrati in assemblea e a breve ne avremo un’altra. Intanto speriamo in un’imminente riapertura, abbiamo già iniziato con l’esposizione degli striscioni per i club che lo desiderano, e per Natale abbiamo in programma l’uscita del tradizionale calendario benefico”.
Nel Consiglio Direttivo della Federclubs ci sono diversi membri del Club Veri Amici di Marassi. Un club storico che nasce il 20 giugno 1991 sull’onda dell’entusiasmo di quella travolgente annata blucerchiata. Il club parte fortissimo, organizzando facilmente la trasferta in aereo nel 1992, destinazione: Finale di Coppa dei Campioni. In poco tempo infatti il collettivo raggiunge quota 150 iscritti.
Maurizio De Marchi, uno dei fondatori del club, racconta cosa è cambiato negli ultimi tempi: “nonostante i successi sportivi fossero stati dimenticati, la vita di club era ancora intensa. Organizzavamo numerose feste e incontri anche con i giocatori e poi ci radunavamo insieme per vedere le partite. Fu memorabile un incontro Milan – Sampdoria alla quale assistettero oltre 90 soci presso la sede.”
Con il tempo le difficoltà sono aumentate e il club ha dovuto lasciare la propria sede al circolo Pro Stella dando inizio così ad una vita itinerante. Per questo la Federclubs è fondamentale anche in tal senso, dice De Marchi: “agisce come punto di riferimento logistico e aggregativo per i soci della zona di Marassi”.
Tuttavia c’è cauto ottimismo per il futuro: “Il Club Veri Amici Marassi sta programmando il rinnovo delle proprie strutture ed il ritorno alla partecipazione della vita blucerchiata”.
Anche il club “Gotti blucerchiati” sta preparando la nuova sede e ripartirà alla grande con una festa inaugurale. Nonostante le difficoltà della realtà attuale si profila ottimismo, sono nati nuovi club e c’è voglia di tornare allo stadio. Il Presidente de i“Gotti blucerchiati” dice: “la nostra riapertura sarà un bel segnale, di cambiamento e di ripartenza”. Restiamo in attesa di conoscere i dettagli dell’evento, da segnare assolutamente in agenda.
Spostandoci a ponente si arriva al Samp club di Alassio, un club storico e di famiglia fondato nel 1968. Il Presidente Massimo Fabiani arriva subito al tema caldo che fomenta il mondo doriano in questi giorni: l’entrare o meno allo stadio. Dice: “Personalmente ho scelto di non andare allo stadio per il momento per il rispetto e la stima che provo verso gli ultras della gradinata. Ragazzi che ci mettono l’anima e che si impegnano tanto per la Sampdoria, e quindi per rispetto loro e di tutto quello che fanno durante l’anno, a malincuore, non vado”. Però la vita del club è storicamente molto attiva, si parla di un club che insieme alle vicine Imperia e Albenga organizzava trasferte con un paio di pulmini. Si seguiva la Sampdoria, si seguiva ovunque: “Siamo andati a Frosinone e Crotone, a Castellamare di Stabia quando si calcavano i campi della cadetteria. Le uniche trasferte che non facciamo sono Napoli e Roma con i giallorossi”.
Mentre racconta con entusiasmo le avventure vissute insieme alla Sampdoria, Fabiani parla di famiglia. Proprio come hanno fatto gli ultras qualche giorno fa: “La vita di club è una famiglia, vivere insieme la Sampdoria è una famiglia. Dalla domenica allo stadio alle trasferte in giro per l’Italia, ho molti ricordi indelebili e l’unica parola che mi viene in mente per riassumere tutto è proprio questa: famiglia”. Dalle sue parole traspare una grande devozione alla causa blucerchiata: “mi sono innamorato della Samp vedendo mio padre impazzire di gioia per quella maglia, ne rimasi colpito.”
Nonostante le proteste e le difficoltà la vita di club non si è fermata. Infatti il Presidente ha anche ideato una linea di merchandising “al di là del risultato” che ha riscosso molto successo. “Adesso abbiamo altre idee in mente, quella di produrre una birra con lo stesso marchio da portare in trasferta e con il ricavato acquistare un defibrillatore, in seguito ad una brutta esperienza che ci capitò proprio in trasferta, e inoltre tra di noi ci sono persone che sanno utilizzarlo”.
Sul concetto di famiglia si muovono anche le parole di Domenico Guardincerri del Samp club i Treuggi che si esprime in merito la questione del tifo allo stadio: “Noi del club condividiamo la linea di entrare a tifare, nel rispetto di chi sceglierà diversamente. Per noi la Samp è sempre stata una questione di famiglia; siamo un gruppo di amici che da 30 anni occupa la gradinata Sud”. Prosegue Guardincerri sul filo del “per che squadra tieni? Come mio papà” raccontando infatti che in vista dello Spezia torneranno quasi al completo, portando i figli al seguito per la prima volta.
Ancora un po’ di storia la si trova a Rapallo dove la vita blucerchiata – da più di 50 anni – è gestita dal Samp club Rapallo, che oggi è dedicato a Francesca Mantovani. Il collettivo raduna oggi 200 iscritti ma con circa 500 persone che sempre gravitano attorno alla vita di club.
Il Vicepresidente Stefano Cataldi scandisce la vita del club in pre e post covid: “prima del covid facevamo circa 15/16 trasferte all’anno, spesso insieme al gruppo di “Recco Canta nella Sud”, organizzavamo cene e feste, l’ultima proprio tre anni fa in occasione del 50esimo anniversario del club; Quella festa venne nominata la festa blucerchiata più bella della Liguria”.
Queste attività erano fondamentali perché permettevano al club di sopravvivere socialmente ma anche soprattutto economicamente. Nonostante le difficoltà i cuori solidali del club non si fermano. Cataldi racconta: “qualche settimana fa abbiamo donato un defibrillatore alla città di Rapallo, perché vogliamo unire la nostra passione a qualcosa di concreto anche per la comunità cittadina”.
Adesso il club di Rapallo vuole ripartire e pensa di farlo organizzando la trasferta di Salerno a novembre. Il vicepresidente fa il punto anche sulla questione tifosi: “io percepisco molta voglia di tornare, certo quelli che già prima erano tiepidi adesso si sono abituati a questa comoda routine. Però tra noi si respira molta voglia di stadio, e la passione non cessa, quella c’è sempre.”
Proseguendo il viaggio dei club blucerchiati verso il levante si arriva a Lavagna, qui il club è datato 1979 e conta 200 iscritti, con picchi fino a 1200 negli anni di gloria. Il circolo venne poi dedicato alla memoria del socio fondatore Gianni de Paoli e la sua sede si trova in via dei Devoto. Un club che è noto in tutta la Liguria soprattutto per l’assegnazione del premio “Rete d’argento” , un’iniziativa che va avanti dal 1984 e che ha visto passare grandi del calibro di Mancini, Vialli, Karembeu, Volpi, Bonazzoli, Flachi, Pazzini e Palombo. Nella storia del club resta memorabile la trasferta di Wembley che impegnò due voli riempiti dai soci del circolo lavagnese.
Roberto mi racconta come sopravvive il club oggi: “certamente la vita di club ha cominciato ad incontrare difficoltà dal 2005, quando si tolse la possibilità di vendere direttamente i biglietti. Poi arrivarono tutte le complicanze del calcio moderno, e infine ecco il coronavirus.”
Nella vita pre covid il club si occupava principalmente di organizzare il servizio navetta per andare al Ferraris e partire per le trasferte. Ovviamente non mancavano le cene e gli incontri e soprattutto l’abitudine di radunarsi in sede per guardare la partita alla tv.
Inoltre poco prima del lockdown il club si rese protagonista di una grande iniziativa, con l’aiuto dei soci acquistarono un mezzo per il trasporto disabili alla croce verde lavagnese. Ancora una volta l’aggregazione mossa dalla passione per uno sport si trasferisce nel concreto aiuto alla comunità, in tutti i suoi aspetti.
Un bilancio quindi abbastanza positivo, la voglia di ripartire è tanta e l’entusiasmo sembra resistere nella realtà grigia che avvolge la Sampdoria. Allora speriamo sia vero il motto che continua a spingere il mondo dei tifosi blucerchiati: “finché i tifosi della Sampdoria canteranno, non ci saranno problemi per il futuro”. Francesca Galleano