Sono stati condannati tutti e 19 gli spacciatori di droga senegalesi, la maggior parte richiedenti asilo, fermati a dicembre dell’anno scorso nei vicoli di Genova utilizzando la tecnica giuridica del cosiddetto “arresto differito”.
Il Tribunale ha infatti disposto pene da un minimo di sei mesi a un massimo di 1 anno e 8 mesi, a conclusione del rito abbreviato (sconto di un terzo della pena).
Per tutti gli africani è stata riconosciuta l’aggravante dello spaccio di droga vicino a scuole e centri di aggregazione e non è stata concessa la condizionale.
Per la gang dei senegalesi resta ancora il divieto di avvicinamento al Centro storico di Genova e potrebbero essere espulsi a pena espiata.
L’operazione, denominata Labirinto, era stata portata a termine dagli investigatori della Squadra mobile di Genova, coordinati dal pm Luca Scorza Azzarà, che aveva adottato l’arresto ritardato.
In sintesi, lo spacciatore veniva pedinato e fotografato in modo da provare più cessioni di sostanza stupefacente. Lo scorso agosto gli agenti avevano arrestato altri 13 richiedenti asilo, sempre con la stessa tecnica.
Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi aveva lanciato un appello alle istituzioni perché era emerso che molti degli stranieri presi in carico da centri di accoglienza poi non li impegnavano in attività utili ed educative e quindi finivano nei vicoli a spacciare droga. Tuttavia, le sue dichiarazioni avevano suscitato un vespaio di polemiche.