“Sarebbe opportuno un riferimento diretto indirizzato all’infanzia da parte del presidente del Consiglio dei ministri in una dichiarazione televisiva affinché i bambini si sentano considerati e non ‘accidentali’ alle famiglie perché, in questa profonda e drammatica crisi, devono essere considerati parte rilevante della società italiana. Bisogna che le istituzioni si occupino di loro e corrano in loro aiuto”.
Lo hanno dichiarato oggi il Garante regionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza Francesco Lalla e il funzionario dell’Ufficio ligure Dario Arkel, dopo le polemiche suscitate dalla circolare del Ministero dell’Interno sulla passeggiata fuori casa per i bimbi diffusa ieri e le precisazioni del premier Giuseppe Conte in serata.
“Abbiamo preso atto in modo del tutto favorevole – hanno aggiunto Lalla e Arkel – delle iniziative dell’Autorità Garante dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nazionale, sia in riferimento alla nota ‘Interventi prioritari tutela dei minorenni vulnerabili’ sia della seguente comunicazione circa la possibilità dell’accompagnamento dei minori all’aria aperta, per esempio per accompagnare un genitore a fare la spesa. I due aspetti di quest’azione sono stati presi in considerazione dal Governo.
Siamo assolutamente favorevoli a questo spiraglio, che da più parti è stata peraltro sollecitata, perché è nostra convinzione che, dato il momento che stanno vivendo, tutti i minorenni sono vulnerabili e resi fragili dalla mancanza di socializzazione, primaria e/o secondaria, e sono temporaneamente destinati ad una vita in tono minore, non potendo uscire di casa neppure per un momento. Occorre, infatti, che ai bambini e ai ragazzi venga data più attenzione.
Quando l’epidemia avrà raggiunto un livello meno intenso, oltre a rendere possibile la fruizione di brevi momenti all’aperto auto-organizzati da bambini/ragazzi accompagnati da un familiare (naturalmente secondo le indicazioni di protezione stabilite dal Governo e dall’Autorità Garante Nazionale) si potrebbe destinare, per lo meno attraverso i Comuni maggiori della Liguria e eventualmente sotto l’egida del Garante regionale, una quota delle risorse sociali riservate ai minori per la costituzione di gruppi di operatori del Terzo settore per assistere i bambini nei momenti di forzata solitudine domestica o di una rapida uscita da casa.
Si tratta di un bisogno sociale che in questo modo potrebbe essere risolto responsabilmente, con tutti i crismi di attenzione e prudenza.
Inoltre, una volta passata l’emergenza, ma dandone notizia fin d’ora, si potrà avviare un ripensamento globale sul sistema scolastico che si ispiri ai diritti dei bambini in quanto tali, senza bisogno di considerarli o semplicemente ‘nominarli’ studenti, alunni, allievi perché sono bambini con la loro fragilità, impegnati a esercitarsi con la creatività, l’immaginazione, la condivisione e, adesso come mai, con molte domande da porre”.