Giulia Savi, giovane regista genovese, testimonia come la creatività e la volontà possano portare risultati, nonostante difficoltà e “budget zero”
In poco meno di 30 minuti, la giovane regista genovese Giulia Savi ha saputo proporre un prodotto decisamente originale, soprattutto non banale, insomma, un piccolo gioiello che testimonia come la creatività e la volontà riescano a superare le mille difficoltà imposte da una situazione culturalmente ‘difficile’, per usare un eufemismo.
“Last flight from Paris”, un corto basato su sensazioni drammatiche-thriller, è il risultato di questa piacevole fatica artistica, realizzata con collaboratori a costo di produzione zero, in 32 ore di lavoro al quale hanno partecipato, nel ruolo di protagonisti, Paolo Silingardi (che è anche autore di soggetto e sceneggiatura) e Jacopo Marchisio. Al montaggio, scelta delle location e costumi, la stessa Giulia Savi; Andrea Bertero curatore del suono ,operatore di Camera ed aiuto montaggio; Andrea Guerra, che non ha bisogno di presentazioni, come entusiasta autore delle musiche; Miriam Folloni segretaria di edizione.
Di fronte a un caffè, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Giulia:
-“Racconta le tue passate esperienze, e soprattutto quando hai sentito accendersi il sacro fuoco dell’arte…”
-“Ho 31 anni e in passato ho realizzato tre cortometraggi miei, uno per una scuola elementare, alcuni spot per altrettanti locali e qualche video per singoli imprenditori. Oltre a ciò ho girato e continuo tutt’ora a crere una serie di video per i backstage fotografici. La fiamma mi si è accesa presto : la mia prima sceneggiatura l’ho scritta a 10 anni. Ricordo che chiamai le mie compagnie di scuola per far loro leggere il copione, con le varie annotazioni su come interpretarlo. Avevo anche immaginato come avrei potuto creare gli effetti
speciali, ma nessuno all’epoca mi diede in mano una telecamera, che probabilmente mi sarebbe caduta un 2/300 volte. Così accantonai l’idea. Per il momento.
Successivamente mi ero divertita a scrivere un libricino di fiabe, con la mia macchina da scrivere. Avevo 11 anni, facevo disegni terribili e quello aimè ancora oggi!
Comunque per me tutto questo era considerato una specie di gioco, pur sempre fatto sul serio, ma,un pò il mio consueto disordine,che permane , un po il cambiare di posto alle cose ed oggetti della mia stanza ,ando perso nel corso degli anni .
Inoltre, la regia non era considerata un lavoro raggiungibile e concreto, così non presi mai sul serio l’idea di poterlo raggiungere.
Fino al giorno in cui mi trovai a scegliere l’indirizzo di laurea. Lì mi tornò la fiamma. Scelsi Scienze della Comunicazione proprio perché il corso comprendeva esami sul cinema…”-
-“E dopo?..”-
Ho fatto un corso di regia post laurea, sempre a Genova ma mi sento sostanzialmente autodidatta.
Mi servì più che altro per conoscere persone appassionate come me e provare ad avvicinarmi al settore .
Successivamente proseguii con un altro corso, quello di Direttore di Produzione – direzione e controllo del processo audiovisivo, presso la Genova Film Commission. Fu un corso difficile, devo ammetterlo, perché era piuttosto tecnico ed ero l’unica studentessa che non fosse ancora davvero inserita ,lavorativamente parlando, nel settore cinema a differenza dei miei ”compagni ” che erano persone grandi e lavoravano già.
Comunque dal 2013 ho iniziato a girare corti. In più faccio lavoretti vari, in parte stagionali.
Il problema è l’età ed il curriculum valutato ‘eccessivamente artistico’ da un datore di lavoro. Pensano sempre che alla prima occasioni li molli in quattro e quattrotto.
Ma da una parte forse è meglio così , perché se facessi un lavoro d’ufficio, sempre uguale tutti giorni, mi sentirei soffocare! Mentre a me serve il contatto con la realtà, la creatività, il cambiamento.
È una questione di scelta: c’è il pro e il contro, ma vado avanti per la mia strada…anche se gran parte delle volte è in salita”-
-“E quali sono i futuri programmi su questa strada?”-
-“…Vorrei riuscire a girare un film vero e proprio…Le idee non mancano, ma sono sempre legata alle condizioni di zero budget…Però sono decisa, e non mi arrendo…”-
-“Com’è nata l’idea di Last filght from Paris?”-
-“Qualche anno fa, una sera d’estate, Paolo Silingardi ha ricevuto la visita di un vecchio amico, il quale gli disse di essere perdutamente innamorato della compagna di uno psichiatra, conosciuta alla festa di un comune amico. Dopo aver dispensato i buoni consigli del caso, che sapeva non sarebbero stati seguiti, Paolo passò ai cattivi consigli, ben sapendo che erano proprio questi che l’amico era venuto a cercare…Quando se ne andò, a notte fonda, Paolo rimase con questa traccia nella mente, pronta per essere scritta. E con la convinzione che forse aveva innescato il processo di distruzione di una coppia. Dopo una lunga e meritata notte di sonno, nacque Last flight from Paris. Inizialmente doveva essere una piéce teatrale, ma quando Paolo mi raccontò il tutto, ho voluto rielaborarla e farne un corto. E’ stata una vera e propria sfida, non solo per il budget zero, a cui ormai sono abituata, ma per diversi altri motivi, ad esempio quello di voler girare in una sola e unica location, e soprattutto trovare la chiave per usare la videocamera in modo da non annoiare lo spettatore. Credo di esserci riuscita.
Facendo visionare il risultato a più persone, ciò mi è stato confermato e già solo per questo posso ritenermi soddisfatta. Certo, il budget zero purtroppo implica alcune lacune, ma sono contenta del lavoro svolto dai miei collaboratori…Ringrazio tutti di cuore : Andrea Bertero ha svolto un ruolo essenziale, ha messo a disposizione la sua esperienza di DOP oltre che cameraman e si è occupato del suono in post-produzione. Ogni rumore che si sente, dal posare un bicchiere su un tavolo, ai passi, è il risultato del suo meticoloso impegno…In particolare Andrea Guerra, che nonostante sia un compositore famoso, che ha lavorato e lavora per grandi produttori americani, fiction
o per autori come Giorgia, Elisa, nomi del calibro di Giuseppe Tornatore, Bernardo Bertolucci, Marco Tullio Giordana, Gabriele Muccino, e molti altri, ha creduto nella mia scelta e si è offerto di collaborare a titolo gratuito, perché credo sia riuscito a vedere la mia arte. Anzi, essendo un compositore è piu facile che l’abbia sentita!
Ma non voglio fare torto a nessuno, tutti quelli che hanno contribuito sono stati fondamentali, tutti, dal primo all’ultimo, soprattutto perché capiscono cosa vuoi dire avere idee e non avere mezzo per realizzarle. Grazie di cuore Paolo, Jacopo, Andrea Bertero, Andrea Guerra, Miriam…tutti”-
-“…Beh, allora…in bocca al lupo…”-
” Grazie!”
Micaela Celani