Nella città eterna per immergersi nella storia. Sullo slancio dell’apertura delle celebrazioni per il 125° anniversario dalla fondazione del club e dalla nascita del calcio in Italia, il Grifone prova a riaprire le ali nel regno di Olimpia.
La fine del mercato invita ad alleggerirsi dei vizi capitali. Guardare avanti con la mentalità acquisita, se possibile con ancora più compattezza, verso il traguardo che porta alla salvezza. “Sono arrivati giocatori che avevano il piacere e l’entusiasmo di venire. Poi magari si volevano anche giocatori con altre caratteristiche, ma non è stato possibile prenderli. Le sconfitte con Juventus e Udinese portano un messaggio chiaro. E’ importante fare di più e meglio, non basta ciò che si è fatto. Ne abbiamo le capacità. Il Genoa, se è il Genoa che conosco, è squadra che sa stare in campo. Attenta, seria, umile. Con la voglia di uscire da una situazione non semplice. Si sa che si dovrà soffrire, ma alla fine sei ricompensato di ciò che meriti. Non si può parlare di Lazio come di rivelazione. Ha giocatori di una forza e di una qualità pari alle più forti. Dovremo essere straordinariamente bravi con le caratteristiche che ci hanno contraddistinto. Con la fame che si deve esibire. Non ti vengono a pressare gli avversari, sono consapevoli del loro potenziale, con una rosa ben costruita. Sono padroni in ogni momento della partita. L’unica cosa che mi viene in mente è essere sempre squadra nell’attenzione, nella voglia di correre, nella determinazione a lottare”.
Non è dato sapere, quando mancano due giorni alla gara e la preparazione è tutta da completare, se qualcuno dei nuovi esordirà dall’inizio. La rimescolata nel mazzo, ha portato carte nuove. “Ho visto squadre più forti di noi che si difendevano con la palla, è una fortuna difendersi così. Con questi nuovi avremo più possibilità di difenderci tenendo un po’ di più il pallone, ma da qui a dire che ci difenderemo con la palla penso che ce ne passi. Hiljemark ha tanta quantità e qualità. E’ un giocatore generoso, dinamico, ha fisicità. La sua presenza si farà sentire in zona gol, avendo tra le corde gli inserimenti senza palla. Per Bessa il discorso è un altro. Con il pallone è molto bravo, ha senso del gioco, può ricoprire anche lui diversi ruoli. Fortunatamente dispongo di giocatori che mi mettono in difficoltà nelle scelte. Galabinov ha caratteristiche diverse rispetto agli altri attaccanti. Con la nostra generosità, dobbiamo dare più presenza vicino alla porta avversaria. Non siamo un gruppo che si risparmi, dobbiamo però mantenere equilibrio. Pandev è stato molto bravo. E’ un giocatore che lega il gioco, sa come muoversi e dà una mano in fase di ripiegamento. Siamo molto contenti di averlo, qui nessuno si risparmia. Sono passati tanti anni dall’esperienza sulla panchina della Lazio. Erano sono stati commessi degli errori, io ne ho commessi. Errori non sul campo, di scelte tra cui Pandev. E’ una cosa passata. La Lazio ha fatto la sua strada molto bene, io il mio percorso. Immobile era qui al Genoa nel mio secondo periodo. Ha uno strapotere fisico, vede la porta, si intravvedevano grandi qualità. Ha fatto la carriera che si merita”.