Dopo il tonfo in Borsa di Facebook di giovedì 26 luglio, quando i titoli persero 120 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, l’azionista James Kacouris ha accusato il social media, il suo patron Mark Zuckerberg e il chief financial officer David Wehner di aver diffuso dichiarazioni fuorvianti sulla frenata dei ricavi, sul calo dei margini operativi e sulla fuga degli utenti.
Il ricorso è stato depositato presso il tribunale distrettuale di Manhattan ed è mirato allo status di class-action, cioè alla causa collettiva, per danni non specificati. A infiammare il panico sugli investitori non sono stati i dati finanziari, quanto i numeri sull’utenza.
Facebook ha tradito le aspettative di raggiungere i 2,3 miliardi di iscritti su scala globale e fermandosi a 2,2 miliardi e ha subito un calo di un milione di utenti unici al mese in Europa. Questa denuncia è un fatto tipico negli Stati Uniti, gli azionisti presentano ricorso contro le società nel caso di perdite ingenti dei loro investimenti in Borsa.
La società Facebook è alle prese con decine di cause legali per lo scandalo di Cambridge Analytica che ha violato i profili di milioni di utenti. Su questa ultima accusa-denuncia Facebook per ora non commenta.ABov