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Le poesie emozionali di Silvia Frangipane

Silvia Frangipane-Tra cielo e mare
Silvia Frangipane-Tra cielo e mare

Le poesie emozionali di Silvia Frangipane. Con la sua raccolta “Tra cielo e mare” si prepara per andare a Casa Sanremo Writers 2024.

Le poesie emozionali di Silvia Frangipane, l’intervista.

Incontriamo Silvia Frangipane, un’artista che con la sua musica e poesia tocca le corde più profonde dell’anima. Tra ricordi d’infanzia e spettacoli teatrali, Silvia ci porta in un viaggio attraverso i suoi primi passi nel mondo dell’arte. Con un talento unico per fondere prosa e musica, ci racconta come le sue creazioni nascano da un intreccio di emozioni e pensieri, trasformandosi in un’espressione artistica che va oltre le parole.

Ciao Silvia! Cominciamo con una domanda leggera: qual è il primo ricordo legato alla tua passione per la musica e il teatro?

“Questa domanda mi ha fatto tornare al passato…! Il primo ricordo legato alla musica come scelta cioè con l’intenzione di ascoltarla è di quando ascoltavo i dischi a 45 giri con il mio primo mangiadischi.

Musica leggera. Lo ricordo benissimo. Era estate. Era luglio e avevo imparato a memoria il brano Luglio di Riccardo del Turco. Avevo 4 anni.

Ricordo invece di aver assistito per la prima volta ad uno spettacolo teatrale dal vivo a 7 anni a Milano: Arlecchino servitore dei due padroni di Goldoni messo in scena da Strehler.”

La tua creazione, Rive Gauche, unisce prosa e musica in un modo unico. Puoi raccontarci come è nata l’idea di questo progetto e qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso di esso?

“Io amo molto sia la musica che il teatro. Nei concerti cui ho assistito sono sempre stata rapita dalla musica e negli spettacoli teatrali dal testo. Nei concerti la musica è la protagonista indiscussa e a teatro lo è la parola.

Io cerco con questo progetto di creare uno spazio per lo spettatore  dove la parola espressa e la musica si fondano e si confondano una nell’altra, portatrici della stesso messaggio emozionale ma in forma diversa: la ricerca del senso delle cose e possibilmente della vita, dove la lucidità si alterna alla comprensione e alla compassione.

Vorrei che il pubblico si sentisse avvolto da una magia di suono e parole senza soluzione di continuità, senza rendersi conto se l’emozione che sta provando è indotta dal brano musicale o dal testo raccontato. Vorrei così facendo, che lo spettatore, completamente rapito dalla magia,  vivesse un viaggio emozionale pieno. E che lo portasse a declinare lui stesso la valenza emotiva di ciò che percepisce secondo il proprio vissuto.”

La tua poesia, come descritta nel tuo libro “Tra cielo e mare”, è definita come una colonna sonora dei tuoi pensieri. In che modo la musica e la poesia si intrecciano nella tua espressione artistica?

“Sì ho definito la mia rima la colonna sonora dei miei versi perché la vivo così. La poesia in rima, anche quella di grandi poeti  italiani del ‘500, dell’800 e del’900  la vivo come un ritmo musicale con i suoi suoni e le sue pause.

E poiché io penso spesso per immagini è la colonna sonora dei miei pensieri-immagini e quindi dei miei versi poetici. Sono un tutt’uno.

Quando inizio a scrivere una poesia  la rima e i versi nascono insieme così come quando compongo un brano musicale la melodia e le parole nascono all’unisono.

Quindi ogni mia poesia la vivo come un lacerto di un film che, visto che mi indirizzo alla mia fragile quotidianità, è il film della mia vita.”

La lingua francese sembra avere un ruolo speciale nei tuoi brani musicali. Perché hai scelto questa lingua e come contribuisce alla tua espressione emotiva?

“A 14 anni ho passato un anno a Parigi e lì ho iniziato a studiare il francese. Per farlo, da grande lettrice quale ero ho affiancato la lettura in francese della letteratura dell’800: Maupassant, Stendhal, Balzac, Hugo, Flaubert.

Grandi romanzi che nella mia mente di adolescente solitaria e sola, in un’età molto delicata hanno forgiato il mio sentire. E lì ho anche ascoltato ed interiorizzato emotivamente la musicalità francese con tanti vinili del ‘900 da Piaf a Montand, a Brel, a Trenet.

La mia capacità emozionale soprattutto legata ai temi della vita, dell’amore, delle relazioni si è quindi formata con il suono e il ritmo della lingua francese dentro di me. Quindi quando affronto tali tipi di emozioni nel mio processo creativo le penso in francese.”

“Sans toi avec moi” è il tuo album, dove hai composto sia la musica che le parole. Puoi condividere con noi il processo creativo dietro questo viaggio alla ricerca del significato dell’amore?

“Sans toi avec moi , che poi ha dato vita all’omonimo spettacolo, è un album dove ho voluto raccontare, con la musica e le parole, gli stati d’animo e le situazioni emozionali che sorgono nel tempo dopo la fine di un amore importante che aveva rappresentato un modo di essere e non solo di vivere.

Quando un amore che ci ha nutrito in modo sincero finisce, e questo può succedere per tanti motivi imprevedibili, non c’è posto per la rabbia, il rancore, la gelosia, la delusione, ma solamente per sentimenti come il rimpianto, la nostalgia, il ricordo, l’accettazione, la speranza.

Sono convinta che siano sentimenti complessi e difficili da accettare, ma che siano figli dello stesso grande amore e come tali ho voluto indagarli nel profondo, con lucidità e sincerità e parlarne con i miei brani.”

Tra cielo e mare di Silvia Frangipane
Tra cielo e mare di Silvia Frangipane

La poesia in rima è una caratteristica del tuo primo libro “Tra cielo e mare”. In che modo la rima contribuisce alla tua narrativa poetica?

“La poesia in rima ha un ritmo che è diverso da quello della poesia a versi liberi e da quello della prosa. Quando leggi una poesia in rima segui il ritmo che ti viene dato dalla rima, puoi rallentarlo o velocizzarlo, ma il ritmo è quello.

Come un valzer. Puoi ballarlo o canticchiarlo velocemente o lentamente, ma il ritmo è quello.

Per questo mi piace. È musicale. Ed ha una ritmica tracciata che chi scrive e chi legge segue come fosse una via, verso qualcosa. Per questo nelle mie poesie il finale è sempre molto importante.”

Il progetto “Note di Ricordi: Music Therapy for Old People” è un’iniziativa toccante. Puoi condividere un momento speciale che hai vissuto durante uno di questi concerti nelle case di cura?

“Quando ho iniziato a propormi in queste case di cura, con il mio progetto di musica-terapia, soprattutto con la collaborazione che ho creato con i volontari di Sant’Egidio, gli anziani si aspettavano sempre un cantautore con la chitarra in jeans, ed io mi sono sempre presentata alle tre del pomeriggio, vestita da sera, truccata, con i tacchi alti, il mixer, le casse, le basi e il mio microfono.

Volevo che pensassero di essere a teatro. Dopo il primo incontro si sono vestiti il più eleganti possibili anche loro. Una signora in sedia a rotelle si faceva dipingere le unghie da un’infermiera, un’altra metteva una collana di perle. E allora ho capito che qualcosa di buono stavo riuscendo a farla.”

Come affronti la creazione artistica in solitudine, specialmente nel processo di composizione di musica e testi? Hai un rituale o una routine creativa che segui?

“Sono discipline artistiche che ritengo richiedano un “un tempo di qualità”. Non sono attività che possono essere fatte senza concentrazione, ispirazione ed energia. Quindi mi richiedono tempo che chiamo di qualità, non lacerti frettolosi  di tempo.

Nel processo di composizione secondo me è assolutamente necessario essere serena. Serena non vuol dire necessariamente allegra, ma la serenità e la tranquillità  mi portano all’apertura della mente e del cuore e mi sembra di essere più ricettiva e creativa. Se c’è tempo di qualità, serenità e una piccola ispirazione allora un pianoforte per provare le melodie, una matita e un foglio per scrivere le note ed il testo sono l’inizio.”

Guardando al futuro, quali sono i prossimi progetti che hai in serbo per il pubblico? C’è qualcosa che non vediamo l’ora di scoprire?

“Vorrei riuscire a portare un nuovo spettacolo al pubblico molto diverso dai precedenti ma sempre sul tema dell’amore e un nuovo album che continui il percorso del primo.”

Parlando della tua partecipazione a Casa Sanremo Writers, c’è qualche dettaglio o anticipazione che puoi condividere riguardo a come presenterai il tuo lavoro in questo contesto unico e stimolante?

“Cercherò di essere autentica. La diffidenza e la noia del pubblico  viene sconfitta dall’autenticità. In base alle domande del giornalista parlerò di me e della mia vita che in realtà è un tutt’uno  con la mia arte.  La mia espressione artistica è parte della mia realizzazione quotidiana ed emotiva.”

“Tra cielo e mare” di Silvia Frangipane è disponibile in tutte le librerie e ovunque on-line. Ecco un link dove trovarlo: https://www.amazon.it/dp/8855356356

Qui il sito di SBS Edizioni, la casa editrice curata da Sheyla Bobba che porterà Silvia a Sanremo:
www.sbsedizioni.it