“No al ‘Nutri-score’ ossia il ‘semaforo degli alimenti’ che l’Unione Europea vuole istituire per tagliare le gambe ai prodotti italiani”.
E’ la sostanza della mozione, depositata oggi in Regione Liguria dai consiglieri regionali Paolo Ardenti e Alessandro Puggioni (Lega).
“Secondo fonti giornalistiche – hanno spiegato Ardenti e Puggioni – la UE starebbe pensando di rendere obbligatorio su tutto il territorio europeo il cosiddetto ‘Nutri-score’ che attraverso un ‘semaforo’ sulle confezioni dei prodotti alimentari assegna 5 diversi ‘bollini’ di differente colore (rosso, arancione, giallo, verdino, verde) per la classificazione dei cibi e delle bevande.
Il ‘Nutri-score’ è sviluppato da un pool di ricercatori francesi e compare già sui prodotti alimentari di alcuni Paesi per un numero limitato di marchi, ma nel futuro prossimo potrebbe estendersi ad altre nazioni europee.
Attualmente il sistema si divide in due scale correlate per classificare la qualità dei prodotti. Nella prima, quella appunto cromatica, vi sono i cinque colori dal rosso al verde. Nella seconda, la classificazione è alfabetica con indicazioni dalla A alle E.
I prodotti vengono suddivisi in cinque categorie e il punteggio è determinato in base ai ‘nutrienti’ che contengono. Fibre, proteine, frutta e verdura rientrano tra gli ingredienti ‘buoni’ e possono determinare un punteggio positivo. Altri ingredienti come grassi saturi, zucchero e sodio possono invece influire negativamente ‘se utilizzati a livelli elevati’.
In tal senso, un’approfondita indagine di Coldiretti ha fatto emergere che il ‘Nutri-score’ sarebbe un autentico rischio per il Made in Italy. La ricerca certifica infatti che speck, olio di oliva, gorgonzola, prosciutto crudo, San Daniele, Parmigiano reggiano, Pecorino romano, avrebbero tutti il bollino rosso, quando, ad esempio, Coca Cola Zero e Red Bull avrebbero invece il semaforo verde.
Pertanto, con questa mozione vogliamo impegnare la giunta regionale a sollecitare il Governo affinché intervenga presso le istituzioni della UE per evitare l’inserimento di tale classificazione sul territorio europeo e per tutelare in tutte le sedi necessarie il ‘Made in italy’ di qualità come prodotti sani e non dannosi in tale classificazione”.