Ieri il Parlamento europeo ha votato per il “riarmo” dell’Unione Europea: un piano da oltre 800 miliardi di euro a discapito di ospedali, scuole, servizi, infrastrutture, ecc. di cui hanno bisogno i cittadini.
Quello che, sino a ieri, sembrava un Paese (la Russia) così debole da perdere persino la guerra contro l’Ucraina è d’improvviso diventato la più grande minaccia per l’esistenza di tutta l’Europa.
Dicevano che l’arsenale di Vladimir Putin è vuoto. A Putin mancano gli uomini. A Putin mancano i missili. La Russia non può produrre più missili. I chip dei carri armati sono presi dalle lavatrici. Putin è finito…
Ora, d’improvviso, sempre secondo gli stessi, Putin è diventato il pericolo esistenziale e la minaccia più grande per tutta l’Europa.
Ma ce ne rendiamo conto che questa è la più colossale presa per il culo, dopo tutta la narrazione sull’emergenza sanitaria?
Finita quella avevano bisogno per sopravvivere di un’altra emergenza: dal pericolo del coronavirus al pericolo dei russi.
Vedete un po’ voi di farvi qualche riflessione.
In ogni caso, quello di ieri al Parlamento UE è stato, per quel che riguarda il Governo italiano, un voto divisivo.
La posizione di FI era scontata, quella di FdI più sofferta, ma alla fine il voto è stato favorevole. Anche se Giorgia Meloni continua a cercare in qualche modo di smarcarsi.
La Lega con coerenza ha votato no, senza se e senza ma. E ha mandato un segnale interno.
Dopo questo voto sarà difficile che la Lega dica di sì nel Parlamento italiano a decisioni che riguardino, ad esempio, nuovi invii di armi in Ucraina o nuove sanzioni nei confronti dei russi.
La guerra, il riarmo, diventerà un problema a livello nazionale, perché eventuali nuove decisioni dovranno passare dal Parlamento italiano e il Governo Meloni non potrà contare sul voto della Lega.
Matteo Salvini con Donald Trump e Giorgia Meloni con Ursula von der Leyen? Difficile ora dirlo, ma potrebbe succedere. In Europa ieri è proprio quello che è successo.
Salvini ha comunque trovato un punto su cui poter insistere perché il Popolo vorrebbe finalmente pace e non passare da una emergenza (quella sanitaria) ad una nuova emergenza (quella della guerra).
Salvini, inoltre, ha capito che non può lasciare al nuovo partito di Giuseppe Conte la possibilità di riemergere dal nulla cavalcando la protesta pacifista. Il voto contrario di quello che ancora si chiama M5S va in questa direzione. E tenuto conto del voto del Pd (un po’ a favore e un po’ contro) Conte ha buon gioco a prevalere in quel campo.
Diciamola tutta: Salvini sì è sacrificato, mettendo in secondo piano gli interessi del suo partito e per il bene dell’Italia entrando a far parte del Governo Draghi, per questo ha pagato un caro prezzo. Ma ora è finita. Ed è bene che il Governo Meloni lo sappia.
Da ieri la Lega è diventata partito di “lotta e di governo”.
Così Salvini potrà presentarsi al congresso da una posizione di forza ed essere riconfermato alla guida del partito.
Autonomia significa dare al Nord i suoi diritti , ma significa anche rendere autonomo il Paese dalle decisioni guerrafondaie di Bruxelles.
Alcuni hanno dato per morto Salvini troppo presto. Il Capitano ha ripreso la guida della nave. Prof. Paolo Becchi
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