“In allegato si trasmette, debitamente compilata, la richiesta di intervento del Garante per l’Infanzia in quanto si è sollevata una questione legata all’immagine del cartellone pubblicitario della campagna anti aborto perché, secondo alcuni, la foto raffigurante un feto di 11 settimane poteva colpire in maniera negativa la sensibilità dei bambini; ritenendola una forma offensiva in un certo qual modo.
Una scusante molto puerile che vuole invece celare un’evidente battaglia ideologica che divide, ancora oggi, abortisti ed antiabortisti.
Io ritengo che esistano invece forme pesantemente offensive non solo per la sensibilità dei bambini, ma per tutti: così voglio segnalare l’esposizione no stop presso il chiosco di via Gramsci che sistematicamente espone manifesti pubblicitari di vendita dvd per ‘lesbo-gay-trans-sadomaso’ del quale allego l’ultima immagine che oltre ad una forma di nudo rende esplicita l’allusività delle manette”.
Scacco matto della Lega al Garante regionale dei Diritti dell’Infanzia, che si era schierato dalla parte di Pd e Cgil intervenendo (v. articolo precedente) sulle polemiche per il maxi manifesto affisso dai Pro Vita in corso Buenos Aires e lasciato lì dal sindaco Marco Bucci perché “Genova è democratica e la libertà di opinione va rispettata” ma non su altri fatti e circostanze di più grave pericolo per i minorenni.
Pd e Cgil, infatti, avevano anche sollecitato l’intervento dell’ex Procuratore capo e attuale Garante per l’infanzia Francesco Lalla che poi, facendo spallucce alle dichiarazioni del sindaco e dei rappresentanti della maggioranza di centrodestra, aveva “invitato” i responsabili dei Pro Vita a rivedere “testo e immagini” con l’evidente conseguenza della rimozione del maxi poster in corso Buenos Aires.
Così, la capogruppo comunale Lorella Fontana oggi ha inviato una missiva a Francesco Lalla, sollecitando il suo intervento sui manifesti porno esposti al pubblico.
“Evidenzio altresì – ha aggiunto la capogruppo Fontana – il Testo Unico in materia di commercio della L.R. 02/01/2007, n. 1 – Art. 72 – comma e) che recita testualmente: “E’ vietata l’esposizione al pubblico di quotidiani, di periodici e di altro materiale a contenuto pornografico”, nonché l’art.
28 – comma 1) del Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Genova che recita: ‘In luogo pubblico o aperto al pubblico o di pubblico uso sono in particolare vietati i seguenti comportamenti: compiere atti o esporre cose, in luogo pubblico o in vista del pubblico, contrari alla nettezza o al pubblico decoro, o che possano recare molestia, disguido, raccapriccio o incomodo alle persone, che possano offendere la pubblica decenza …’.
Pertanto, pongo alla Sua attenzione quanto suindicato e La invito a verificare ed intervenire in merito, al fine di difendere ciò che non solo è offensivo per tutti i cittadini ma che disattende anche le norme di Regolamento urbano della città”.