“Oggi a Tursi, insieme al presidente del Consiglio regionale e consigliere leghista Alessandro Piana, abbiamo partecipato alla Commissione consiliare monotematica del Comune di Genova sul crollo del Ponte Morandi, convocata in vista della seduta congiunta del Consiglio regionale e comunale di domani mattina in via Fieschi. Abbiamo quindi ascoltato con grande attenzione quali sono le istanze e le criticità del territorio, rappresentate e raccolte dai presidenti dei Municipi e dai consiglieri comunali nell’interesse della cittadinanza genovese, così gravemente colpita da questa sciagura”.
Lo hanno dichiarato il capogruppo regionale Franco Senarega e il consigliere regionale Giovanni De Paoli (Lega).
“La posizione del nostro segretario nazionale e sottosegretario al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Edoardo Rixi – hanno aggiunto Senarega e De Paoli – è chiara e condivisa da tutti noi. Sono vent’anni che chiediamo il ponte d’acciaio al posto di quello crollato. Avrebbero dovuto farlo prima. Che un ponte efficiente e all’avanguardia venga realizzato nel più breve tempo possibile ci sembra il minimo, un atto dovuto.
Poi si deve fare anche la Gronda perché serve comunque per diversificare il traffico e i benefici superano di gran lunga i costi. Il nuovo collegamento autostradale di Genova fu bloccato negli anni Novanta non dal Movimento 5 Stelle, che ancora non esisteva, ma dal Pd (all’epoca Pds). Ora occorre dare risposte concrete a una Città e a un Paese che ne hanno davvero bisogno”.
L’audizione dei presidenti dei Municipi nel corso della Commissione consiliare del comune di Genova dedicata al crollo del Ponte Morandi ha dato il quadro complessivo delle ricadute che il tragico evento ha avuto sul territorio.
“Voglio fare i complimenti al presidente della giunta regionale Giovanni Toti e al sindaco di Genova Marco Bucci – ha aggiunto la consigliera comunale e regionale Lilli Lauro (FI) – per aver dato, attraverso questo consiglio congiunto, un’altra prova di unità istituzionale e capacità di guardare al futuro nell’unico modo possibile: lavorando e occupandosi dei problemi concreti.
In questo momento dobbiamo dare risposte immediate alle esigenze di una città che ha voglia di rinascere e di occuparsi di questioni vere. Mentre il ministro Toninelli è riuscito a fare solo propaganda, senza fornirci certezze sulla ricostruzione di Ponte Morandi e tacendo su cosa intende fare per le imprese, gli sfollati, le famiglie delle vittime, l’economia portuale.
Le risposte vanno date sul futuro delle aziende nella zona del crollo, le risposte vanno date per evitare l’isolamento di Genova e del suo Porto, con il disegno di una nuova viabilità, guardando alla Gronda e al Terzo Valico.
Dobbiamo ricominciare, riscrivendo il futuro di tutta la città. Lasciamo la ricerca delle responsabilità di quanto accaduta alla giustizia. La politica e le istituzioni facciano quello che i cittadini si aspettano da loro. Per questa ragione il mio auspicio è che questo seduta congiunta dei Consigli sia un punto di svolta e di azioni per Genova e per chi governa in questo momento il Paese”.
Ecco invece alcune delle proposte emerse stamattina nel corso dell’incontro sulle conseguenze del crollo del ponte Morandi convocato dai gruppi del Partito Democratico regionale, comunale e parlamentare alla sala della trasparenza di piazza De Ferrari.
“Le proposte principali del Partito Democratico – ha spiegato il capogruppo del Pd in Regione Giovanni Lunardon – sono essenzialmente tre.
1) Costruire il ponte il più rapidamente possibile e accelerare la realizzazione del Terzo Valico e della Gronda.
2) Una legge speciale per Genova in cui si dica, tra le altre cose, che tutti i danni, diretti e indiretti, devono essere pagati da Autostrade (in modo che le risorse nazionali vengano utilizzate per misure strutturali). La legge speciale, come accaduto per altri eventi calamitosi come i terremoti, deve prevedere la sospensione del pagamento dei tributi, lo stanziamento di finanziamenti agevolati che consentano, una volta finito tale periodo di sospensione, di poter riprendere a pagare le imposte e una serie di misure a sostegno delle imprese.
3) Abbiamo bisogno della Zes, che oltre a snellire le procedure amministrative prevede importanti incentivi fiscali come un credito di imposta fino a 50 milioni di euro”.
“Tra le questioni principali su cui dobbiamo impegnarci e insistere – hanno sottolineato i consiglieri comunali e regionali del M5S – c’è l’esigenza di ripristinare i servizi sanitari del Ponente genovese, riaprire i pronto soccorso di Sestri Ponente e Pontedecimo, per far fronte all’emergenza da isolamento che oggi soffre la Valpolcevera e rispondere finalmente ai parametri sanitari necessari persino in regime di normalità per la vallata, come ripetiamo da anni” dicono i portavoce M5S.
Occorre, inoltre, verificare che le case promesse siano destinate agli sfollati con celerità, data l’emergenza, e mettere in atto misure emergenziali speciali con ammortizzatori sociali che consentano alle centinaia di imprese colpite dal disastro di non soccombere fintanto che la viabilità non sia pienamente ripristinata.
Per la viabilità e il trasporto, siamo lieti che finalmente il sindaco di Genova stia prendendo in considerazione le soluzioni che proponiamo dal 2012 per la città e che sono nero su bianco nel nostro programma elettorale: potenziamento del trasporto pubblico (rendendolo gratuito), implementare il car pooling, mettere a disposizione parcheggi di interscambio, aggiungendo un ulteriore potenziamento del servizio Navebus per i pendolari del Ponente, da ampliare immediatamente a Prà, dove esiste già un approdo pronto all’uso.”
Manca però l’impegno ad accelerare la realizzazione del nodo ferroviario che consentirebbe di potenziare notevolmente il trasporto su ferro, che va privilegiato a quello su gomma. Serve poi una chiara cartellonistica stradale per far comprendere meglio la nuova viabilità e per permettere il raggiungimento dei luoghi di contorno alla zona rossa che stanno soffrendo le medesime conseguenze”.