Un appello alle Istituzioni europee
In un contesto di crisi delle filiere agroalimentari, è fondamentale porre l’attenzione anche sulla difficile situazione dei pescatori professionisti. Mentre le proteste dei trattori si fanno sentire a Sanremo, non possiamo dimenticare i gravi problemi che affliggono questa categoria, soprattutto a causa delle restrittive normative dell’Unione Europea.
L’eliminazione della pesca professionale porta a paradossali conseguenze, come l’importazione di prodotti ittici da paesi con normative meno rigorose. Inoltre, le restrizioni comportano danni economici pesanti per i pescatori locali, come dimostrano episodi come la distruzione delle reti dei mitilicoltori a La Spezia.
In Liguria, la pesca è principalmente gestita da imbarcazioni tradizionali, spesso a conduzione familiare. Ad esempio, a Sanremo, esiste una flotta dedicata alla pesca del gambero viola, un prodotto ittico caratteristico della regione.
Se queste imbarcazioni dovessero essere demolite, ciò avrebbe un impatto significativo sulla disponibilità di prodotti ittici nei ristoranti liguri. Senza pescatori locali, potrebbe diventare necessario importare gamberi argentini.
Anche la pesca del tonno rosso è fortemente limitata per i pescatori liguri, mentre imbarcazioni extracomunitarie possono operare liberamente oltre le 12 miglia dalla costa, creando un’evidente disparità di condizioni.
I pescatori sono favorevoli a controlli rigorosi, ma ritengono ingiusti e irragionevoli alcuni aspetti delle normative attuali. È necessario trovare un equilibrio tra la tutela delle risorse marine e la sostenibilità dell’attività dei pescatori.
Dopo il Festival di Sanremo e le proteste dei trattori, ci aspettiamo che le istituzioni europee e nazionali affrontino con serietà anche la questione dei pescatori, garantendo loro il rispetto e il sostegno che meritano.