Il settimanale L’Espresso due giorni fa ha pubblicato in esclusiva le foto della struttura del viadotto Polcevera: “Ponte Morandi, le foto shock prima del crollo: travi rotte e cavi ridotti del 75 per cento”.
In sintesi, secondo il reportage del giornalista Fabrizio Gatti, si tratta di “immagini riprese da società Autostrade tra il 2011 e il 2016 che già allora rivelavano il rischio di cedimenti della struttura. Messe a disposizione del ministero delle Infrastrutture dieci mesi fa, sono state ignorate”.
Non è tutto, secondo quanto pubblicato “alcuni dei cavi dei tiranti esaminati erano addirittura liberi di muoversi, con perdita della loro capacità di carico tra il 50 e il 75 per cento”.
Ecco il testo della replica pubblicata ieri sul web da Autostrade.
“In relazione alla ricostruzione e alle immagini contenute nell’articolo pubblicato da L’Espresso con il titolo ‘Ponte Morandi, le foto shock prima del crollo: travi rotte e cavi ridotti del 75 per cento’, Autostrade per l’Italia ritiene necessario fornire pubblicamente (come ha già fatto con l’autore dell’articolo) una serie di informazioni e di precisazioni molto importanti per inquadrare correttamente i fatti citati nell’articolo.
In primo luogo, le ispezioni effettuate dai tecnici Spea nel maggio 2013 e il relativo rapporto non riguardavano in alcun modo gli stralli, ma si riferivano esclusivamente alle travi di impalcato tra le pile 4-5, 5-6 e 9-10. Il rapporto di Spea segnalava alcune condizioni di deterioramento delle parti ispezionate, evidenziate nell’articolo de L’Espresso anche con il supporto di immagini. Ma a seguito del rapporto, le strutture tecniche di Autostrade per l’Italia si attivarono prontamente per correggere i difetti riscontrati attraverso una serie di interventi di manutenzione straordinaria, affidati all’impresa Soteco ed eseguiti tra il 2014 e il 2016.
Le immagini e le informazioni riprese dal rapporto Spea 2013, quindi, descrivono una situazione superata a partire dal gennaio 2016.
Citando inoltre le indagini diagnostiche effettuate da Spea sugli stralli delle pile 9 e 10 nel periodo 2015-2016, nell’articolo de L’Espresso si sostiene che sarebbe stata individuata una riduzione di sezione di un solo cavo pari al 75%.
E’ fondamentale chiarire che ogni strallo è composto da ben 52 cavi, formati a loro volta da 464 trefoli. L’ispezione effettuata da Spea sulla totalità dei cavi attraverso carotaggi (nel gennaio 2016) e prove riflettometriche (effettuate in più fasi nel periodo 2015-2017) aveva diagnosticato una riduzione media di sezione nell’ordine del 20%, che non pregiudicava in alcun modo la staticità dell’opera come confermato nella relazione tecnica del progetto medesimo. L’intervento di ripristino dei cavi analizzati era stato allegato al progetto di retrofitting, approvato dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti nel giugno del 2018.
I dati fattuali e le relazioni ufficiali confermano dunque che le strutture tecniche di Autostrade per l’Italia sono prontamente intervenute, a seguito delle ispezioni di Spea, per ripristinare la normale condizione delle travi, che la riduzione generale dei cavi degli stralli non aveva in alcun modo la rilevanza sostenuta nell’articolo e che la loro condizione non influiva in alcun modo sulla sicurezza dell’opera”.