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Lettera aperta al sindaco di Genova dei cantunê del Sulpl

I cantunè recuperano moto rubata prima ancora che il proprietario se ne accorga

I “cantunê” del sindacato Sulpl, attraverso il segretario Claudio Musicò, oggi hanno diffuso una lettera aperta al sindaco di Genova Marco Bucci in merito alla commemorazione delle vittime del ponte Morandi. Ecco il testo.

“Egr. Sindaco, ho l’obbligo istituzionale di scriverLe ma le parole escono dal profondo del cuore di chi appartiene a una Categoria di Lavoratori e crede nel Lavoro che svolge quotidianamente su strada.

Sui social network e da qualche giornalista si è evidenziato il fatto che durante la cerimonia di ieri la Città si sia dimenticata dei suoi ‘Cantunê’.

Non è vero!!

Ho riguardato i video e ho visto le facce di quei Genovesi che incontro tutti i giorni e che tutti i giorni ci ringraziano per il lavoro che svolgiamo, magari solo con un sorriso o con una smorfia di sofferenza ma che indica vicinanza.

I Genovesi non solo non ci dimenticano ma ci sono vicini sempre tra un mugugno e l’altro.

Ieri ci hanno dimenticato le Istituzioni!!!!

I Colleghi non si aspettavano nulla e non chiedono un ‘grazie’ per il lavoro che svolgono tutti i giorni lanciando, come si suol dire, ‘il cuore oltre l’ostacolo’, bastava solo un cenno o un simbolo.

Durante il Suo discorso ha ringraziato tutti i Genovesi in qualità di 1° Cittadino ma ha trascurato la Sua funzione di 1° ‘Cantunê’.

Non servivano parole di elogio o ringraziamento ma ci aspettavamo almeno la presenza del nostro Comandante sul palco…..magari non al suo fianco…magari poco più indietro….ma sicuramente presente, così come lo siamo tutti su strada.

Invece nulla……….

Non le giungano queste poche righe come lamentela o con rancore, la mia stima e il mio rispetto, così come quello di tutta la Categoria, non verrà mai meno per questi ‘inciampi’ di percorso, quello che spero Le giunga, invece, è l’amarezza mia e di tutti i Colleghi.

Tutti i giorni nell’indossare la divisa con abnegazione, sappiamo di avere un’Amministrazione dietro ed è per questo che svolgiamo qualsiasi servizio, soprattutto in questo momento, in doppio turno e senza chiedere troppe spiegazioni.

Il passare 24 ore a presidiare gli ingressi della sopraelevata quando basterebbero dei dissuasori di altezza, ad esempio, non ci preoccupa eppure sono scelte che pesano sulle spalle dei Colleghi ai quali non è concessa una distrazione se vogliono tornare a casa dopo il turno.

Le tante ore passate agli incroci con momenti di pausa che devono adeguarsi alle scarse risorse umane, sono sopportate con abnegazione dai Colleghi che condividono con i Genovesi i disagi del momento anche perché, tolta la divisa, li vivono in prima persona, da cittadini.

Non voglio dilungarmi oltre perché so perfettamente che Lei è a conoscenza di tutto e la Sua non è una dimenticanza nei confronti della nostra Categoria, ma non perda mai l’occasione di dimostrarlo anche a parole”.