Volontà di aiutare gli altri, desiderio d’intraprendere la professione per cui si ha tanto studiato, ma anche dissenso ed amarezza. E’ quanto presenta questa lettera aperta che pubblichiamo di ‘un futuro medico’ al quale il ministero dell’Università e della Ricerca ha posticipato l’inizio della prova pratica dell’esame di abilitazione alla professione di Medico-Chirurgo in sessione 2020 al 22 giugno 2020.
“A seguito dell’emanazione del prot. 8610 del 25/03/2020 con cui il Ministero dell’Università e della Ricerca ha posticipato l’inizio della prova pratica dell’esame di abilitazione alla professione di Medico-Chirurgo in sessione 2020 al 22 giugno 2020 (sospensione del tirocinio post-laurea ai sensi del D.M. n. 445/2001), ci sentiamo in dovere di manifestare il nostro dissenso, ancor prima che come possibili operanti nel settore, come partecipanti a un evento esiziale che sta mettendo in grande difficoltà tutta la Nazione.
In un periodo di crisi in cui viene chiesto alla Comunità tutta di compartecipare alla salvaguardia della salute modificando la propria routine, in cui ogni giorno specialisti richiamati al lavoro mettono a repentaglio la propria vita per occuparsi dei malati e i volontari si mobilitano quanto più possibile nelle loro facoltà per prestare assistenza, noi veniamo privati della possibilità di dare il nostro contributo.
Passiamo sei anni tra studi e approfondimenti per imparare come comportarci, come agire e come curare i pazienti: nel momento di più alta necessità, mentre ogni giorno aumentano le notizie di collaboratori sanitari che perdono la vita per la medesima dedizione che ci accomuna, a noi viene chiesto di mettere da parte le nostre conoscenze e le nostre capacità fino al termine dell’emergenza.
Non ci sono state remore nel richiamare a lavoro infermieri, medici e specialisti nonostante la loro stessa età fosse un fattore di esposizione maggiore al rischio di vita; nonostante questo, a noi giovani pronti a entrare in campo viene chiesto di metterci da parte.
Con la nostra opposizione non ci poniamo al pari degli specialisti già in campo, ma è necessario evidenziare come il supporto sanitario di cui il Paese adesso ha solo bisogno viene implicitamente negato dalle normative stesse che invece dovrebbero garantirlo: il tirocinio rappresenta uno sgravo del carico di lavoro sulle spalle dei nostri colleghi, per di più non retribuito; siamo altresì disposti a rinunciare alle preferenze espresse nei moduli di richiesta del tirocinio per esser ri-assegnati dove sarà più utile il nostro supporto.
Con la richiesta di revoca della disposizione della Dott.ssa Maria Letizia Melina vi stiamo chiedendo di darci la possibilità di salvare vite e di permetterci di svolgere il lavoro per cui abbiamo deciso di dedicare il nostro futuro: la devozione è la medesima, spingete noi verso l’inizio della nostra carriera e non altri verso il pericolo di rischiare la propria vita per riprendere la loro”. Kenneth Pesenti