Quando si parla di passaggio generazionale si fa riferimento ad un processo inevitabile che, prima o poi, tutte le imprese si trovano ad affrontare e che prevede il passaggio del timone dal titolare dell’azienda a un successore più giovane.
Il caso classico è quello delle aziende famigliari, che vengono tramandate di padre in figlio, con una generazione di gestori e amministratori che subentra alla precedente nella gestione organizzativa e strutturale dell’impresa.
Si tratta di una fase delicata perché si stima che solo poche aziende sopravvivono dopo la prima generazione e pochissime arrivano alla terza. Ogni volta in cui si effettua un passaggio di proprietà, si rischia, infatti, di stravolgere non il know how aziendale, ossia l’insieme di conoscenze e capacità di impresa, ma anche il modo di approcciarsi alla comunicazione dei prodotti o di relazionarsi con i dipendenti. È probabile che il passaggio generazionale favorisca anche l’utilizzo di nuovi strumenti di marketing, come la lead generation, indispensabile per sviluppare qualsiasi strategia di direct marketing.
Quali sono le conseguenze del passaggio generazionale
Il fatto che molte aziende non sopravvivano al passaggio generazionale è dovuto, spesso, a una cattiva formazione dei successori. Quante volte i fondatori, invece di andare in pensione, non lasciano spazio agli eredi e continuano a voler portare avanti l’azienda? Oppure si creano dei conflitti tra i famigliari, perché i figli non sono idonei al nuovo ruolo nell’impresa di famiglia?
Questi sono alcuni dei motivi per cui in molti casi, dopo due anni dal passaggio del testimone, molte imprese registrano un peggioramento a livello generale e nel rapporto e nella gestione dei dipendenti.
Tuttavia, la situazione è ben differente quando i successori ricevono una formazione idonea con il loro nuovo ruolo, fanno esperienze in altre aziende o ricoprono incarichi non apicali per comprendere ogni aspetto dell’attività dell’impresa familiare. In tal caso, non solo il passaggio di testimone è meno brusco, ma permette anche apportare migliorie alle performance aziendali.
Quando si parla di passaggio generazionale
Il motivo principale che porta al passaggio del testimone è l’età, che si aggira mediamente sui 72 anni. Solamente il 20% degli imprenditori ha deciso di far spazio alla generazione successiva per motivi di stanchezza generale, ed il 19% su pressione da parte dei figli.
Per la maggior parte degli imprenditori, tuttavia, si è trattato di un passaggio molto complicato a causa di diversi motivi, come i litigi con i familiari, o di un’attività non pianificata con largo anticipo.
Ma quanto è importante affidare questa fase delicata ad un professionista? Solamente il 39% si affida a manager esterni esperti. Invece, in circa la metà dei casi viene gestito direttamente dall’imprenditore senza l’aiuto di persone esterne.
Tuttavia, secondo i manager, quattro imprenditori su dieci continuano ad entrare nelle scelte aziendali.
Come si stanno preparando le imprese liguri al passaggio generazionale del 2023?
Una survey condotta dalla società Studio Temporary Manager spa, specializzata nei servizi di temporary management, condotta su un campione di manager che ha vissuto almeno un passaggio generazionale negli ultimi 10 anni, ha evidenziato dei dati molto interessanti che riguardano questo tema del passaggio generazionale.
Secondo i dati più recenti dell’Istat, il 77,4% delle imprese liguri con oltre tre addetti, ossia circa 22.500 aziende, è controllata da una persona fisica o da una famiglia. Un gran numero di queste aziende nell’arco di dieci anni ha affrontato o affronterà il passaggio del testimone.
La provincia in cui si verificherà maggiormente questo passaggio nella regione ligure è La Spezia dove il 24,4% delle imprese con oltre tre addetti controllate da una persona fisica o da una famiglia tra il 2013 e il 2023 ha affrontato o affronterà il passaggio generazionale. Seguono Imperia (21,7%), Genova (17,8%) e Savona (17,2%).