“In Liguria le cose vanno meglio rispetto alla media del Paese, oggi l’indice R(t) è allo 0,79. Siamo sotto lo 0,8, è il migliore R(t) d’Italia”.
Lo ha dichiarato stasera il governatore Giovanni Toti facendo il punto sull’emergenza Covid, dopo la riunione in video conferenza tra le Regioni e il Governo, in vista del prossimo Dpcm che verrà firmato il 3 dicembre.
Liguria, 14 morti e 1117 guariti. Tutto in calo: malati, ospedalizzati e terapie intensive
“In Liguria – ha spiegato Toti – vi è un trend in discesa, sostanzialmente omogeneo in tutta la regione, di tutti i principali indicatori di rischio.
Calano infatti gli ospedalizzati (oggi sono meno 49) e calano le terapie intensive (ieri erano 123 oggi sono 114).
Si registra anche un calo dei decessi; 570 sono i nuovi positivi su 5.705 tamponi molecolari a cui si devono aggiungere i tamponi antigenici effettuati nei nostri drive e walk through.
Dati che pongono la Liguria all’avanguardia nella discesa dell’epidemia e ci consentono di ridare spazio a quei reparti che hanno sofferto”.
Toti ha poi ricordato la chiusura oggi del cosiddetto “Fagiolone” destinato ai pazienti Covid del San Martino e la prossima chiusura, martedì 1 dicembre, della tenda davanti al pronto soccorso del policlinico genovese, accanto alla contestuale ripartenza delle chirurgie.
Inoltre, ha comunicato che da sabato prossimo l’Evangelico di Voltri non accoglierà più pazienti Covid, per essere nuovamente riconsegnato al territorio del Ponente genovese.
“I dati che si registrano oggi sono chiari – ha confermato il responsabile del dipartimento Urgenza-Emergenza del San Martino Angelo Gratarola – vi è una tendenza alla riduzione. Questo ha portato già a importanti cambiamenti all’interno degli ospedali con una riconversione dei reparti. Ma dipenderà da noi e dai nostri comportamenti per evitare recrudescenze.
Se nella prima ondata il reparto ‘Fagiolo’ era rimasto aperto 30 giorni, curando 100 persone, durante questa seconda ondata è rimasto aperto 42 giorni e sono passate al suo interno 149 persone.
Anche se lo abbiamo chiuso, resta attrezzato e sarà congelato, come la tenda, con la possibilità di una riapertura, se necessaria.
La settimana prossima riconvertiremo i reparti chirurgici e consentiremo un potenziamento dell’attività operatoria in vista di una piena ripresa.
Per quanto riguarda le terapie intensive non stanno più crescendo, anche se la mortalità resta alta, dipenderà da noi evitare che il pronto soccorso venga ripreso d’assalto”.