Fiato sul collo, nonostante l’impegno della Sanità ligure a contenere la pandemia da coronavirus.
Anche i dati trasmessi da Regione Liguria al ministero della Salute per la determinazione delle zone di rischio, con le relative misure per il contenimento del Covid-19, finiscono sotto la lente della procura di Genova.
“Stiamo verificando cosa sia stato inviato al ministero della Salute – ha spiegato una fonte investigativa all’agenzia Ansa – e se siano dati corrispondenti alla realtà del nostro territorio”.
La Liguria è stata inserita in area criticità gialla, quella a basso rischio rispetto all’arancione e alla rossa. Anche grazie e soprattutto alle località al di fuori del territorio genovese che presentano dati non così preoccupanti.
Tuttavia, la procura del capoluogo ligure nei giorni scorsi ha aperto una “inchiesta “conoscitiva” senza ipotesi di reato, dopo alcune immagini di pazienti in ambulanza in attesa, pubblicate sui social network, prima di essere visitati negli ospedali.
Pochi giorni fa nel mirino degli investigatori era finita Alisa, ma al momento non sono risultate irregolarità documentate tali da iscrivere nel registro degli indagati i responsabili della struttura sanitaria ligure.
In sostanza, i pm genovesi vogliono capire se, a fronte delle previsioni dell’arrivo di una seconda ondata e dell’aumento di casi già da settembre, i responsabili di Alisa stiano mettendo in atto il piano per affrontare la pandemia da coronavirus.