Ammetto, io mi faccio affascinare spesso dai dettagli. Leggendo in rete dell’iniziativa di una coppia ligure, sono rimasto colpito dalla definizione della loro organizzazione. Già il nome, “Noura” che in arabo significa luce sembra già di per sé positivo, la descrizione ulteriore ne aumenta non di poco il valore.
Racconti cosm-etici dall’Africa, dove il trattino sottolinea la parte finale del termine, rendendo una cosa apparentemente frivola come i prodotti per la bellezza del corpo, qualcosa che ha invece una radice profonda ed un valore maggiore: l’etica. Abbiamo incontrato Eleonora Jaibi, che assieme al compagno Umberto De Magistris ha avviato questa iniziativa che sta creando un crescente interesse.
“Il nostro progetto nasce in seguito a studi di cooperazione internazionale e viaggi nel continente africano, in particolare Maghreb e Africa Occidentale, svolti da me e dal mio compagno”, spiega Eleonora, “da qui l’idea di creare una linea di saponi e cosmetici artigianali utilizzando e sostenendo le produzioni locali in diverse nazioni”. Lo scopo dell’organizzazione è quello di supportare e comunicare l’importanza della produzione di cosmetici naturali, sia per la società, in particolare per le donne ma anche per l’ambiente in generale.
“Il progetto è nato in parte per le mie origine marocchine, e per i mie studi in cooperazione e politiche dello sviluppo”, prosegue la Jaibi, “e varie volte sono partita per il Maghreb e l’Africa occidentale insieme al mio compagno. In questi viaggi mi sono resa conto che il tema del commercio equo in ambito cosmetico era in realtà già presente in loco”. In Marocco, esistono infatti cooperative femminili che lavorano l’argan, generando un reddito a tantissime famiglie della regione del Souss, zona del Marocco meridionale. Tra le tante esperienze di Eleonora, dobbiamo ricordare un tirocinio organizzato con una la Cooperativa Sociale “Minerva” di Genova che si occupa di cooperazione allo sviluppo. “Con la Cooperativa Minerva ho lavorato in una saponeria a Sokponta, in Benin, stato dell’Africa sud sahariana”, prosgue la cooperatrice, “un’esperienza dal forte impatto sociale e ambientale, che mira all’empowerment femminile. Questo periodo mi ha insegnato molto”.
I valori e le linee guida che sono alla base dell’operato di “Noura”, sono semplici ma molto importanti:
-ecosostenibilità: ovvero produzione solo sapone e burri da corpo realizzati con il metodo a freddo, realizzati a mano, scegliendo filiere che si impegnino in attività rispettose dell’ambiente e con produzioni biologiche certificate;
-etica: reperire i prodotti sostenendo comunità rurali o progetti locali in ambito sociale;
-rispetto: raccontare le storie e le culture delle persone e dei progetti dietro alle singole materie prime utilizzate.
Nell’ottica indicata dalla Jaibi e dal compagno, la sostenibilità ambientale e sociale vanno di pari passo. Nei vari contesti del continente africano in cui siamo stati o con cui siamo in contatto la produzione di oli e burri ad uso cosmetico è protagonista di meravigliose storie di tutela dell’ambiente, sostegno dell’artigianato e della trasformazione in loco delle materie prime, emancipazione e valorizzazione del ruolo delle donne nelle società, oltre che di antiche storie, conoscenze e tradizioni.
L’obiettivo del progetto è dunque quello di far conoscere queste storie attraverso una linea di cosmetici naturali realizzati artigianalmente a mano, utilizzando prodotti provenienti da svariati contesti in diverse regioni dell’Africa, raccontando le storie che ci sono dietro e l’importanza di un consumo consapevole e del sostegno a queste realtà.
Oltre a questo, “Noura” vuole supportare e sensibilizzare consumatori e cittadini sull’importanza del commercio solidale, svelando che dietro a questi ingredienti esistono progetti costituiti da organizzazioni inclusive che sono attive nel promuovere e generare reddito per le popolazioni locali, garantendo un lavoro dignitoso e il sostegno per un vasto numero di nuclei familiari.
I contatti con varie zone dell’Africa hanno portato l’organizzazione genovese a creare contatti e sinergie con realtà locali specializzate nella produzione di elementi naturali molto particolari, quali l’olio di Argan che ad esempio viene estratto totalmente a mano ed a freddo con una lavorazione molto specifica. Ad oggi, i due imprenditori stanno lavorando su nuove filiere provenienti da Togo e Ghana, in modo da realizzare nuovi prodotti, caratteristici ed originali nel loro genere.
Cercare questi componenti non è solo la ricerca di originalità ma l’avvio di un dialogo creativo con zone anche remote del continente africano, scoprendo nel contempo storie e realtà davvero molto distanti da noi. Chi scelga un prodotto simile ha una sensibilità particolare a queste tematiche, un’attenzione volta all’incontro ed alla conoscenza. Una sensibilità che fa di quel trattino, il “tratto” distintivo di una scelta. (Foto di Eleonora Jaibi e Umberto De Magistris). Roberto Polleri