L’incasso della partia do cheu alla Gigi Ghirotti. Consegnato ieri il maxi assegno da 7 mila euro al prof. Henriquet.
L’incasso della partia do cheu alla Gigi Ghirotti, la consegna ieri presso la sala stampa dello stadio del Cus Genova.
LA CERIMONIA – Gli organizzatori dell’evento, dopo due mesi, tornano al “Carlini” per conferire l’incasso.
Il prof. Franco Henriquet:
«Noi possiamo operare solo grazie ad iniziative e persone come queste»
Giuseppe La Rosa (Aston Birra):
«Pronti a rimboccarci le maniche e guardare ad altri eventi»
Franco Rossetti (A.Se.F. Srl):
«Ricettivi a sponsorizzare iniziative sociali con effetti duraturi sulla città»
Un nubifragio e forti venti di burrasca non furono sufficienti a strappare la catena di solidarietà che il 27 novembre scorso portò artisti genovesi, personaggi noti e meno noti, improbabili calciatori e centinaia di genovesi allo stadio “Carlini Bollesan” per la prima edizione de “A partia do cheu”, evento a scopo benefico a favore della “Gigi Ghirotti”.
A conti fatti (e a bollette pagate), gli organizzatori hanno raccolto settemila euro tondi.
L’incasso, sotto forma di un simbolico maxi assegno, è stato consegnato, ieri sera, al professor Franco Henriquet, fondatore della Onlus che presta cure palliative ai malati terminali.
Teatro della cerimonia di consegna è stata la sala stampa dello stadio del Cus Genova, la storica struttura di Sturla arena di tante battaglie rugbistiche, concesso agli organizzatori a costo zero grazie anche alla mediazione del Comune di Genova.
Il torneo mise di fronte tre squadre:
Aston Birra F.C. Project, Asd Polizia locale Genova e Artisti genovesi real project.
Alla fine la spuntarono i calciatori dilettanti dell’Aston Birra; secondi classificati gli agenti dell’Asd.
Fanalino di coda il gruppo di cantanti, comici e affini della Artisti genovesi real project che subirono un’autentica disfatta, ma sempre col sorriso sulle labbra.
Cuore e sudore misto a pioggia furono gli ingredienti di una serata di grande successo, in cui lo spettacolo calcistico fu superato solo da quello musicale e d’intrattenimento, grazie agli artisti e al contributo dei presentatori Erika Repetto, Roberto Rubba, Fabrizio Pianetti e Andrea Possa.
Il tutto fu immortalato da “I love Genova”, il popolare profilo di Facebook che ormai raccoglie oltre 52mila genovesi.
Il professor Henriquet a margine della cerimonia:
«Iniziative e persone come queste consentono alla nostra organizzazione di esistere.
Noi tutti ringraziamo chi si è prodigato perché l’evento potesse avere il successo sperato alla vigilia.
Oltre al contributo economico, abbiamo raccolto grande visibilità per la nostra organizzazione. Noi ne abbiamo davvero bisogno».
Commosso il presidente di Aston Birra Giuseppe La Rosa che, insieme al cantante Andrea Di Marco, ha promosso e tirato le fila organizzative de “A partia do cheu”:
«Crediamo che questa sia solo la prima di una lunga serie di iniziative benefiche – dice –
Noi siamo pronti a rimboccarci le maniche e guardare ad altri eventi, anche maggiori.
Si è creata una squadra fantastica, che è sempre pronta a scendere in campo».
A.Se.F. Srl del Comune di Genova è stato il main sponsor dell’iniziativa.
Il dirigente amministrativo e gestionale di A.Se.F. Franco Rossetti spiega:
«Ormai da due anni l’azienda ha varato il fondo A.Se.F. per Genova che consente di supportare iniziative di grande valore sociale, come è stata “A partia do cheu”.
Siamo sempre pronti a prendere in esame proposte e progetti che possano avere un interesse collettivo e duraturo in ambito cittadino.
Se poi un’iniziativa coinvolge il professor Henriquet e la “Gigi Ghirotti”, noi siamo in prima linea».
L’assessore comunale ai Grandi eventi Paola Bordilli, presente alla cerimonia, ha elogiato l’entusiasmo e l’emozione degli organizzatori:
«Solo la socialità, che non è mai scontata, può portare a così grandi risultati – dice l’assessore –
Non perdete mai questa passione, questa emozione, necessarie per fare del bene. Il Comune sarà sempre al vostro fianco».
Ultimo intervento del vice presidente del Cus Genova Marco Vitetta che spiega:
«Il Cus da tempo ha superato la logica del risultato, ma promuove l’inclusione.
Lo sport per tutti, teso a facilitare la partecipazione di chiunque, è l’obiettivo della grande organizzazione che oggi rappresento».