“Abbiamo appreso che l’impianto di Scarpino non aprirà il primo maggio. E, di fronte a un’interrogazione urgente per avere maggiori chiarimenti sul tema, presentata lo scorso 24 aprile nel corso della seduta del consiglio comunale, non è arrivata alcuna risposta dalla Giunta, come se la questione fosse di poco conto”.
Lo ha dichiarato oggi la capogruppo comunale del Pd Cristina Lodi.
“Il tema di Scarpino – ha aggiunto Lodi – ha ovviamente un’ampia incidenza rispetto ad una serie di questioni e la mancanza di risposte non aiuta e non rassicura i cittadini, prima ancora che i Consiglieri comunali.
Anzitutto, vorremmo sapere quanto inciderà sulla situazione economica e finanziaria di AMIU questo ritardo nella riapertura della discarica, posto che la previsione di budget aziendale aveva come presupposto la riapertura a maggio. Non vorremmo, peraltro, che proprio questa incertezza finanziaria fosse alla base di tempi di approvazione del bilancio di AMIU stranamente dilatati.
Considerato che, quando riaprirà, la discarica potrà comunque accogliere solo rifiuti opportunamente trattati e biostabilizzati in impianti di terzi (a proposito, che fine ha fatto il progetto dell’impianto TMB a Scarpino?), vorremmo conoscere i costi di tale trattamento, e quali impianti di terzi saranno coinvolti. Inoltre chiediamo anche quale sarà il costo di smaltimento presso la discarica che i genovesi pagheranno una volta che questa verrà aperta.
Al momento della riapertura, a Scarpino dovrà essere funzionante l’impianto di trattamento del percolato della vecchia e della nuova discarica, impianto per il quale era già stata esperita apposita gara ed assegnata la costruzione, ma la cui realizzazione ci risulta essere ancora al palo. Questo ritardo è certamente motivo di grande preoccupazione, soprattutto per il territorio della Valle del Chiaravagna”.