L’olivicoltura ligure e il suo olio extravergine di oliva sono stati tra i protagonisti di “Olio Officina Festival 2023”, manifestazione svoltasi a Milano dal 2 al 4 marzo presso il Palazzo delle Stelline.
“Olio Officina Festival 2023” curato da Luigi Caricato, Direttore di “Olioofficina”, ha riscosso un notevole successo di pubblico. Molti i visitatori di questa dodicesima edizione, tanti i produttori olivicoli presenti alla manifestazione e provenienti da tutta Italia.
L’olivicoltura ligure è stata una delle protagoniste di “Olio Officina Festival 2023”. Il Festival, tra premiazioni di aziende olearie e una miriade di degustazioni presiedute da chef, oleologi e panel leader, ha promosso diverse occasioni di incontro e relazioni tra professionisti del settore.
Per gli appassionati di questo alimento dalle intense proprietà nutraceutiche, ma ancora così poco conosciuto, ci sono state interessanti sedute di assaggi sensoriali durante i tre giorni della manifestazione.
L’olio extra vergine di oliva: questo sconosciuto
Alimento ricco di vitamina A, vitamina E e polifenoli, l’olio EVO è considerato un vero e proprio spazzino delle arterie. E‘ un alimento completo, altamente digeribile che dona sensazione di sazietà.
Già nell’antichità era considerato elisir di giovinezza. Gli acidi oleico, linoleico e palmitico sono alleati del nostro benessere fisiologico e le sue proprietà antiossidanti sono note.
“Olio Officina Festival 2023”: la Liguria e i suoi protagonisti
L’olivicoltura ligure è stata una delle protagoniste di “Olio Officina Festival 2023”. Due le presenze illustri al Festival milanese dell’olio extra vergine di oliva: ONAOO l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio di Oliva che ha sede ad Imperia e uno dei produttori della Riviera dei Fiori: Il Frantoio di S. Agata d’Oneglia di Mela C&C.
ONAOO ha presentato una sessione di degustazione di oli da tutto il mondo e il Frantoio S. Agata si è reso protagonista di una masterclass dove la Regina indiscussa delle degustazioni offerte ai partecipanti è stata l’oliva Taggiasca.
Il Frantoio di S. Agata d’Oneglia di Mela C&C
Tra i nomi illustri della produzione italiana presenti alla manifestazione il Frantoio di S. Agata d’Oneglia di Mela C&C.
Migliaia di piante di ulivo a varietà Taggiasca ad un’altitudine compresa tra i 200 e i 500 mt nella provincia di Imperia. Da Ventimiglia ad Albenga, sono 3500 gli ettari di coltivazione di Taggiasca.
L’Azienda ha offerto una degustazione all’interno della manifestazione “Olio Officina Festival 2023” e i visitatori hanno potuto assaggiare l’olio extra vergine di oliva Taggiasca e i suoi prodotti derivati.
La Taggiasca: tradizione e innovazione nella degustazione
Olive cultivar Taggiasca fresche, candite con zucchero di canna a basse temperature ed olive essiccate con sale ed erbe aromatiche accompagnate a cioccolato bianco, al latte e fondente.
Tanto squisito quanto inconsueto l’abbinamento culinario offerto dal Frantoio S. Agata di Oneglia che ha lasciato il pubblico di degustatori presenti in Sala Solari letteralmente esterrefatto.
Decisamente apprezzato dalla sala anche l’amaretto a base di oliva Taggiasca, piacevolmente sorprendente. La novità dell’azienda ligure è un decotto ricavato dalle foglie di ulivo raccolte a marzo ed essiccate. Delicato e aromatico questo decotto dalle proprietà anti-ipertensive, antinfiammatorie ed antiossidanti.
L’olivicoltura ligure: un’attività eroica
Interessante trasferta milanese per il Frantoio di S. Agata di Oneglia che ha presentato i suoi prodotti alla platea di assaggiatori. Un’azienda famigliare ligure premiata per la sua ecosostenibilità; una vera eccellenza nel panorama internazionale. L’olivicoltura ligure è stata una delle protagoniste di “Olio Officina Festival 2023”.
Un olio fruttato delicato, estratto a freddo senza acqua per ottenere una maggiore qualità. Ideale per il nostro pesce ligure e perfetto per ogni piatto che richieda un arricchimento delicato e profumato.
La Taggiasca: una chiara identità
Reti sospese nel periodo della raccolta da ottobre a gennaio e olive frante entro 12 ore dalla raccolta. Sentori di mandorla e pinolo quelli che sprigiona l’olio ligure dalle sensazioni aromatiche leggere e delicate.
Questo racconta l’oliva Taggiasca, piccola e tenera, dalla buccia sottile ma dalla resa intensa. Questa oliva è piccola ma forte, proprio come la coltivazione delle olive in Liguria che non esitiamo a definire: eroica.
ONAOO a “Olio Officina Festival 2023”
ONAOO, l’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Olio di Oliva che ha sede ad Imperia, nell’ambito di “Olio Officina Festival 2023” ci ha offerto stimolazioni sensoriali internazionali.
Il suo vicepresidente Marcello Scoccia, capo panel, ha condotto i degustatori del Festival in un percorso di conoscenza degli oli extra vergine di oliva non italiani. Dalla Spagna all’Argentina, dalla Grecia alla Turchia, dal Marocco alla California, la masterclass ha riscosso uno straordinario successo e il viaggio sensoriale virtuale intorno al mondo è stato molto apprezzato dai presenti.
Olio Officina Festival 2023: Cultivar da tutto il mondo
Marcello Scoccia sottolinea come la produzione ligure di olio sia estremamente bassa e rappresenti il 2% della produzione nazionale. Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza del prodotto “olio” e la curiosità, ma la conoscenza resta ancora un miraggio. Ci racconta come la varietà delle cultivar in Italia superi le 500 tipologie; patrimonio olivicolo unico nel mondo.
Inizia il viaggio che porta i presenti virtualmente in Tunisia con la varietà “Chetoui”, in Grecia ad assaggiare la “Lanolia” e il suo fruttato intenso, in Argentina dove viene coltivata la varietà dell'”Arauco”.
La più conosciuta agli addetti ai lavori è la cultivar “Arbequina” spagnola e cilena, dal sentore dolce e fruttato è tra le più diffuse al mondo. Piacevole scoperta per i degustatori presenti in Sala Solari.
Quando uno chef incontra un olio extra vergine di oliva DOP
Lo chef Giuseppe Capano e l’oleologo Francesco Caricato ci hanno accompagnato in un viaggio alla scoperta dell’olio extra vergine IGP e DOP italiano.
Un itinerario virtuale da nord a sud della penisola dal Lago di Garda, alla Liguria, passando per le Marche e l’Umbria, fino a raggiungere la Puglia e la Sicilia. Il tutto a piccoli sorsi d’olio e assaggi prelibati dai sapori intensi e genuini.
Olio Officina Festival 2023: Il comparto produttivo oleario italiano
Il tema dell’edizione di “Olio Officina Festival 2023” di quest’anno è stato: “L’olio è progresso“. In quanto tale può e deve diventare fonte di crescita e di sviluppo per il nostro paese.
L’olivicoltura in Italia è un’attività eroica. E’ necessario innovare parte del settore, soprattutto il mondo dei piccoli produttori che, come in Liguria, è fatto di una popolazione con un’età media di 70 anni.
L’innovazione tecnologica è alle porte mentre il ricambio generazionale stenta ad imporsi sul territorio. Occorre rendere attrattivo il settore, rinnovarlo e renderlo stimolante ed appetibile ai giovani.
Qualche passo verso questa direzione si sta facendo ma la strada è ancora lunga e difficile. La parola “Agricoltura” in certi contesti resta ancora una sorta di tabù.
L’olivicoltura ligure
Le generazioni nuove dovranno imparare a conoscere la pianta dell’ulivo, apprezzarne il valore intrinseco. Un mondo fatto di sacralità, in un certo qual modo inviolabile e quasi del tutto in mano agli anziani che ne detengono il controllo. Un controllo geloso del territorio che però spesso sfugge loro di mano, perché il cambiamento climatico si fa sentire sempre più potentemente.
Un‘oggettiva difficoltà a lasciare il passo alle nuove generazioni che cela un senso di appartenenza molto forte; un ampio e complesso discorso culturale che affonda le sue origini nella storia della Liguria.
L’identità ligure dell’olivicoltura è fatta di piccole aziende sul territorio da Sarzana a Ventimiglia; minuscole realtà che fanno sempre più fatica a sopravvivere. La DOP in Liguria ne tutela le produzioni mantenendo vivo questo patrimonio culturale tradizionale di immenso valore, ma il settore soffre e non si può negare.
La strada per un’olivicoltura moderna e circolare
Conservare l’identità di un prodotto è’ un dovere per la cultura olearia italiana. Nuove generazioni e nuove visioni. Nuovi approcci si rendono necessari mentre cambia la prospettiva. Lo sguardo volge lontano e il piano su cui muovere i nuovi passi non può non prescindere da questi tre fattori: eticità, sostenibilità e creatività.
Il passaggio generazionale non è facile, ma dovrà accadere per la salvaguardia del territorio e del suo patrimonio. Quello che va trasmesso sono i valori, l’amore e la passione per questo mondo. Valori antichi che raccontano una storia moderna.
L’innovazione tecnologica e digitale dovrà accompagnare la tradizione e trasformare il settore rendendolo sempre più attraente e competitivo. Solo così l’olivicoltura in Italia potrà diventare davvero protagonista di un’economia moderna e circolare. Sabrina Malatesta
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