Questa mattina, i militanti del Laboratorio Sociale Buridda si sono riuniti in via delle Fontane a Genova, inscenando un corteo funebre con una bara, simbolo della cultura, fino al rettorato dell’Università di Genova in via Balbi.
Il 30 luglio scorso, le aree occupate nell’ex magistero di corso Monte Grappa sono state sgomberate, lasciando spazio a un nuovo progetto dell’Università che prevede la costruzione di uno studentato.
In risposta, oggi si è tenuto un corteo funebre guidato da un giovane vestito da prete, con una bara nera adornata da tre rose rosse e un cartello con la scritta “qui giace la cultura”.
Il corteo, composto da diverse centinaia di persone vestite di nero, ha raggiunto via Balbi. All’interno dell’atrio di via Balbi 5, sede del rettorato, la bara è stata aperta e ne sono usciti palloncini arcobaleno, simbolo della resistenza culturale.
«Ci siamo riuniti per celebrare la morte di una delle anime della cultura, uccisa il 30 luglio 2024 da questo edificio – ha dichiarato una delle portavoci del gruppo – e da chi lo governa: il rettore Delfino, responsabile dello sgombero del Laboratorio Sociale Occupato Buridda, che era vivo e diffondeva cultura in tutta la città».
Lo slogan del corteo, “Le idee non si spengono con uno sgombero”, è stato ripetuto dai manifestanti durante tutto l’evento. Gli spazi di corso Monte Grappa erano occupati dal 2014 fino allo sgombero avvenuto il 30 luglio 2024.
L’area dell’ex magistero è ora al centro di un progetto dell’Università di Genova che prevede la realizzazione di 66 alloggi per studenti e altri servizi, finanziati da un bando da 10,5 milioni di euro del PNRR. Il bando è atteso per ottobre e la conclusione dei lavori è prevista entro il 2026.