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Lucido discorso di Putin, prof. Becchi: lui un gigante in mezzo a dei nani

Assemblea Federale Russa: il presidente Vladimir Putin (foto twitter)

“Putin? Un gigante in mezzo a dei nani”.

E’ il sintetico, ma illuminante e autorevole commento pubblicato stamane su Twitter dal prof. genovese Paolo Becchi, a pochi minuti dalla conclusione del discorso del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin all’Assemblea federale.

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Un grande discorso, lucido e chiaro, applauditissimo dai russi, che da veri patrioti hanno rinnovato compatti la fiducia al loro presidente: “Le elezioni a settembre e le presidenziali nel 2024 saranno tenute nel rispetto della legge”.

Putin ha ribadito quello che un lettore attento, non lasciandosi abbindolare da fandonie e propaganda pubblicate dalla stampa allineata con gli ucraini di Zelensky e gli Usa di Biden, ha sempre saputo e che è stato pure ribadito pubblicamente, alcuni giorni fa, dall’ex premier italiano Silvio Berlusconi.

Ossia che gli ucraini non dovevano attaccare il Donbass violando pure gli accordi di Minsk e che Mosca voleva la pace.

Altro che attaccare l’Europa.

Putin lo ha dichiarato chiaramente stamane. In sintesi: “Noi non abbiamo mai voluto e non vogliamo attaccare l’Europa. Noi volevamo la pace e la liberazione del popolo del Donbass, massacrato dagli ucraini inviati dal regime neonazista di Kiev. L’Occidente invece no.

Loro volevano più basi missilistiche e un’espansione della Nato. Infatti, gli Usa hanno costruito basi militari nel mondo più di qualunque altra nazione”.

“L’Ucraina – ha sottolineato il presidente russo – voleva dotarsi di armi nucleari. Non avevamo dubbi che a febbraio 2022 avevano pronte operazioni punitive nel Donbass, dove già avevano fatto bombardamenti e questo era in contraddizione anche con la risoluzione dell’Onu.

Loro hanno fatto cominciare la guerra, noi usiamo la forza per fermare la guerra. Impossibile sconfiggerci.

Kiev non solo voleva continuare ad attaccare il Donbass, ma voleva attaccare anche la Crimea russa.

L’Occidente ha preparato l’Ucraina a una grande guerra e oggi lo riconosce. L’Occidente ha già speso 150 miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina, ma il flusso di denaro non diminuisce.

Il popolo ucraino è ostaggio del regime neonazista di Kiev. Noi non siamo in guerra con il popolo dell’Ucraina.

Il regime neonazista di Kiev e i suoi protettori occidentali, che lo supportano, hanno occupato il Paese politicamente, militarmente ed economicamente.

Alle regioni autonome e liberate del Donbass voglio dire che adesso siamo con voi. Faremo di tutto perché in questi nostri territori torni la pace, la ripresa sociale ed economica per far ripartire le imprese e il lavoro. Costruiremo benessere e infrastrutture moderne come in Crimea”.

“L’economia russa ha superato tutti i rischi – ha poi avvertito Putin – e nel 2022 il calo del Pil è stato del 2,1% rispetto alle previsioni molto peggiori del marzo del 2022, dopo l’avvio dell’operazione militare in Ucraina.

Abbiamo tutto per garantire la sicurezza e lo sviluppo del Paese.

L’obiettivo strategico è portare la nostra economia a nuovi confini, è un momento di sfide e possibilità, da come le realizzeremo dipende la nostra vita.

Espanderemo la cooperazione economica con altri Paesi e costruiremo nuovi corridoi logistici.

Grazie a una buona bilancia dei pagamenti della Russia, non abbiamo bisogno di inchinarci e mendicare soldi all’estero”.

E l’inviato di Pechino, il capo della politica estera cinese Wang Yi, oggi è già a Mosca.

Il segretario di Stato Usa Anthony Blinken ha lanciato l’allarme: “La Cina è pronta a fornire armi e munizioni alla Russia”. Al momento, le aziende cinesi stanno fornendo soltanto “supporto non letale” alle Forze armate di Mosca.

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