Il Festival in una notte d’estate di Lunaria Teatro si appresta a vivere le sue ultime serate. Giovedì 13 agosto è la volta di un’altra ospitalità abituale per la rassegna di piazza San Matteo: la to-rinese Assemblea Teatro propone, quest’anno, la trasposizione del racconto allegorico di
“L’uomo che piantava gli alberi”, interpretato da Gisella Bein, con i disegni dal vivo realizzati, sulla sabbia, da Monica Calvi.
La vicenda è quella di un pastore che, con molta fatica e senza torna-conto personale, si dedica a piantare querce in una landa desolata: ogni albero è la dimora segreta di mille creature; ogni albero racchiude una storia, un mistero, una memoria del passato.
Ogni albero è la dimora segreta di mille creature. Ogni albero racchiude una storia, un mistero, una memoria del passato. Anche dopo la sua morte i rami caduti, i tronchi in disfacimento, i ceppi bruciati offrono asilo e nutrimento ad una ricca quanto preziosa comunità vivente. La natura rinasce senza fine, rinnovandosi continuamente.
L’uomo che piantava gli alberi è la traduzione teatrale dell’omonimo libro di Jean Giono: durante una delle sue passeggiate in Provenza, lo scrittore incontrò un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane, e che stava compiendo una grande azione, un’impresa che avrebbe cambiato la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future: piantare querce in una landa desolata.
Una storia positiva a volte apparentemente ingenua ma capace di un messaggio profondo: la riconciliazione dell’uomo con la natura. Una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia semplice ma esemplare che racconta “come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione”. Lo spettacolo vede in scena un’attrice recitante, accompagnata da immagini, create in diretta davanti agli spettatori con disegni su sabbia o segatura, arbusti e foglie e proiettate su di un grande schermo-fondale, e da suoni dedicati alla terra madre di Atom Heart Mother.
L’uomo che piantava gli alberi (L’homme qui plantait des arbres), conosciuto anche come La storia di Elzéard Bouffier, è un racconto allegorico che ha dato notorietà allo scrittore italo-francese Jean Giono, un’efficace parabola sul rapporto uomo-natura che ci ricorda come ”gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi, oltre la distruzione”.
Potrebbero certo, ma raramente lo fanno forse perché distruggere è molto più facile che creare: praticamente chiunque è in grado di distruggere un albero ma pochi hanno cuore, dedizione e intelligenza necessari per salvaguardarli e aiutarli a crescere. La storia del pastore Bouffier ci rammenta, con ‘leggerezza’ e profondità al tempo stesso, il valore dell’albero e dell’attenzione alla natura (attenzione che passa sempre anzitutto dalle piccole cose).ABov