L’ex brigatista rosso Leonardo Bertulazzi, agli arresti in Argentina dallo scorso 29 agosto, si è visto respingere anche in appello la richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa.
Lo hanno confermato ieri all’agenzia Ansa fonti della Sala 2 del Tribunale d’appello federale.
La giustizia italiana aveva condannato l’ex terrorista a 27 anni di reclusione per sequestro di persona, associazione sovversiva e banda armata, ma poi Bertulazzi era scappato all’estero.
L’ex brigatista rosso è considerato tra i responsabili del sequestro dell’ingegnere Piero Costa avvenuto a Genova nel 1977.
Nella sentenza pubblicata il 13 settembre a firma dei giudici Eduardo Farah, Martin Irurzun e Roberto Boico, si afferma che “la gravità dei reati imputati e la pena di compimento effettivo richiesta da un altro Paese non possono essere ignorate come indizi di una possibile fuga”.
In un successivo passaggio della sentenza si evidenzia anche che “non si può ignorare che la richiesta di detenzione ai fini di estradizione afferma che il Bertulazzi è ricercato senza successo dallo Stato richiedente da diversi decenni”.
L’ex terrorista rimarrà quindi per il momento ancora detenuto in un’unità penitenziaria della Polizia Federale mentre è ancora in corso di valutazione la richiesta per la concessione degli arresti domiciliari.
La difesa aveva presentato la richiesta di scarcerazione adducendo che la revoca dello status di rifugiato emessa dalla Commissione nazionale rifugiati (Conare) il giorno precedente l’arresto di Bertulazzi e che ha consentito la sua detenzione in Argentina “non è da considerare come definitiva” in quanto è stato presentato ricorso secondo diritto.